Attualità venerdì 05 febbraio 2021 ore 17:49
Intitolazione a Cossetto nel Giorno del Ricordo
La discussa intitolazione avverrà il 10 Febbraio. Nella giornata anche un consiglio comunale straordinario, come già per il Giorno della Memoria
PISA — L'amministrazione comunale, in collaborazione con Prefettura di Pisa, Provincia di Pisa e comitato provinciale Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, si appresta a celebrare il Giorno del Ricordo, che ricorre il 10 Febbraio. Si tratta di un appuntamento istituito dal parlamento italiano per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Il programma delle iniziative prevede l'esposizione dal balcone di Palazzo Gambacorti di uno striscione commemorativo e, alle 10,30, una messa al Cimitero Suburbano di via Pietrasantina (Chiesa di San Gregorio Maglio) con a seguire la deposizione di una corona di alloro al Cippo delle Vittime delle Foibe e degli Esuli Giuliano Dalmati che si trova a Marina di Pisa. Alle 14 il consiglio comunale straordinario dedicato al Giorno del Ricordo, in diretta streaming, e alle 16,30 un concerto dell'Orchestra di archi e coro da camera del Liceo Musicale G. Carducci di Pisa, in Logge di Banchi.
Inoltre, verrà intitolata la rotatoria tra via Maccatella e via di Cisanello a Norma Cossetto, ha fatto sapere la vicesindaca Raffaella Bonsangue senza specificare l'orario. "Una giovane studentessa che abitava in quel difficile confine orientale - ha ricordato di Cossetto - che fu catturata, seviziata e torturata per poi essere gettata, probabilmente ancora viva, nel buio profondo di una foiba insieme ad altri civili che niente avevano a che fare con il conflitto, tragica sorte che fu comune ad altri migliaia di nostri connazionali. Una figura alla quale il presidente della Repubblica Ciampi ha conferito nel 2005 la medaglia d’oro al valore civile. Mi piace anche ricordare che nel ’49 un deputato del Pci, Concetto Marchesi, volle che l’università di Padova, dove la ragazza studiava, conferisse a Norma Cossetto, la laurea honoris causa in lettere".
"L’intitolazione di uno spazio cittadino a Norma Cossetto – ha sottolineato l’assessore Filippo Bedini – è stata deliberata dalla giunta raccogliendo la volontà del consiglio comunale che, nel febbraio 2018, quando ancora ero all’opposizione, ha approvato una mozione presentata da Fratelli d’Italia che mi vedeva primo firmatario. Una decisione che dimostra l’equilibrio e la maturità dell’attuale maggioranza e la sua capacità di leggere la storia secondo verità e giustizia e non con posizioni pregiudizievoli ed ideologiche".
"Quest’anno – ha aggiunto il presidente del consiglio comunale Alessandro Gennai - a causa della pandemia, dobbiamo celebrare il Giorno del Ricordo con una seduta straordinaria ed aperta del consiglio comunale soltanto da remoto e visibile comunque a tutta la cittadinanza tramite la diretta streaming dal sito internet del Comune di Pisa. Ci auguriamo che la partecipazione possa essere comunque numerosa. Dopo il Giorno della Memoria del 27 Gennaio scorso, il prossimo 10 Febbraio celebriamo il Giorno del Ricordo, istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, fuggiti dalle loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia in seguito la sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Una legge approvata con voto bipartisan da Parlamento. Un atto dovuto, un atto di riconciliazione nazionale e di verità e di giustizia. Nulla può giustificare né le foibe né la vergogna dell'esodo".
"Furono oltre 250mila – ha ricordato in conclusione la vicensindaca Bonsangue - gli esuli dell’Istria, della Dalmazia e della città di Fiume che, in conseguenza di un trattato di pace particolarmente gravoso per l'Italia, dovettero abbandonare le loro terre, lasciandosi alle spalle dolore e morte, nella drammatica ed assoluta incertezza del proprio futuro e di quello delle loro famiglie. A muoverli non fu solo il pericolo elle violenze titine ma, soprattutto, la ferma volontà di non rinunciare alla propria identità nazionale: erano e volevano restare Italiani!
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