Attualità giovedì 22 dicembre 2016 ore 14:56
L'inquinamento danneggia il Dna
Secondo una ricerca a cui ha partecipato anche l'università ciò costituirebbe un fattore di rischio per la salute futura dei bambini
PISA — E' quanto è stato appurato nell'ambito del progetto Mapec life (Monitoring Air Pollution Effects on Children for supporting public health policy), approvato nel 2013 dalla Commissione Europea.
Si tratta del primo grande studio multicentrico sugli effetti biologici precoci degli inquinanti aerei sulle cellule buccali dei bambini di 6-8 anni, residenti in cinque città italiane: Pisa, Brescia, Lecce, Perugia e Torino.
I dati del progetto sono stati presentati in rettorato da Annalaura Carducci, docente responsabile dell'unità di ricerca dell'Ateneo pisano; da Lisandro Benedetti Cecchi, prorettore per la ricerca in ambito europeo e internazionale; da Alberto Castelli, direttore del dipartimento di Biologia; da Maria Luisa Chiofalo, assessore comunale alle politiche socioeducative e scolastiche; Marco Redini, dirigente comunale all’ambiente; Liliana Cori per il Cnr e Germana Delle Canne in rappresentanza delle scuole coinvolte nel progetto.
Il dipartimento di Biologia dell'università di Pisa, oltre ad effettuare l’indagine biologica, ha sviluppato, insieme alle scuole, ausili didattici sui temi dell'inquinamento e sugli stili di vita sani.
A livello operativo, nella città di Pisa sono stati reclutati 210 bambini, alunni di cinque scuole primarie (Newbery, Collodi, Filzi, De Sanctis e Gereschi), situate in zone diverse della città.
E’ stato richiesto il consenso dei genitori e dei bambini stessi ed è stato somministrato un questionario per rilevare la caratteristiche socio-demografiche e comportamentali che potevano avere effetti sui risultati dello studio. Per ogni bambino sono stati raccolti 2 campioni di cellule della mucosa buccale, uno nel periodo invernale ed uno nel periodo primaverile. Su questi campioni è stata determinato il numero di micronuclei, che sono un indicatore di effetto biologico sul Dna. Contemporaneamente al campionamento biologico è stata rilevata, anche grazie ad Arpat, la quantità di sostanze inquinanti presenti nell'aria.
Per alcune città erano disponibili anche le concentrazioni di benzene, non per Pisa perché le centraline Arpat non lo rilevano.
Secondo i risultati della ricerca, l’effetto biologico precoce, oltre ad essere reversibile, sarebbe attenuato da un’alimentazione sana e aggravato da esposizione a fumo passivo e sovrappeso.
Fra le città coinvolte nello studio si sono rilevate differenze. Pisa si colloca al secondo posto dopo Brescia per frequenza di micronuclei nelle cellule buccali dei bambini.
A Pisa i valori di Pm10 misurati nelle scuole coinvolte sono risultati sempre inferiori al limite giornaliero. "Questo -si piega l'università di Pisa- indica che anche livelli di inquinamento non molto elevati possono essere associati ad effetti biologici precoci sul Dna delle cellule buccali dei bambini".
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