Attualità mercoledì 29 ottobre 2025 ore 17:00
Stop alla seduta del Senato Accademico

Il collettivo si mobilita contro il rinnovo della partecipazione al Cecam, consorzio di ricerca di cui fa parte anche la Tel Aviv University
PISA — Il Senato Accademico della Scuola Normale Superiore si è riunito per votare, tra le altre cose, il rinnovamento della partecipazione al Cecam, un consorzio di ricerca di cui fa parte anche la Tel Aviv University. E il collettivo si mobilita, protesta e ribadisce la sua posizione in merito.
"Da quando abbiamo scoperto l’esistenza di questa collaborazione - hanno spiegato in una nota - abbiamo raccolto e diffuso informazioni sulla Tel Aviv University, comprendendo il suo coinvolgimento strutturale nel genocidio del popolo palestinese e nel sistema di apartheid israeliano. Fin dall’inizio ci siamo mobilitati contro questo accordo, anche occupando la Scuola Normale in occasione dello sciopero generale del 3 Ottobre, giornata in cui milioni di persone in Italia hanno scioperato per la libertà della Palestina e per porre fine alle complicità con il progetto politico sionista. Eppure, la Scuola ha scelto di ignorare le nostre richieste, evitando ogni occasione di ascolto e confronto".
Così il presidio, composto da studenti, phd e ricercatori, è entrato in Senato per chiedere conto di un silenzio che pesa. "La Normale - hanno aggiunto - ama raccontarsi, dentro e fuori, come una comunità coesa e democratica; fatichiamo però a scorgere cosa vi sia di democratico in un direttore che da settimane evita ogni confronto con la propria comunità, e che nel momento in cui studenti, phd e ricercatori varcano la soglia del Senato per esigere risposte si alza e se ne va, senza rivolgere loro nemmeno una parola. La domanda che abbiamo posto è semplice: con quale serenità la Normale si accinge a partecipare, formalmente ed economicamente, a un consorzio di ricerca che legittima la presenza di un’università coinvolta in crimini contro l’umanità e violazioni del diritto internazionale?"
Secondo il collettivo la Scuola ha scelto di rifugiarsi dietro formule e tecnicismi invece di restare fedele ai principi affermati nella mozione del 22 Luglio, votata grazie a una petizione sostenuta da centinaia di persone della nostra comunità. "Ha scelto di rifiutare l’unico strumento realmente efficace per incidere: il boicottaggio. L’unica risposta possibile - hanno concluso - è continuare a mobilitarci, affinché le richieste della comunità siano ascoltate e rispettate. La comunità che studia e lavora alla Normale ha già scelto da che parte stare, e sa di non voler essere complice di un genocidio e dell’occupazione coloniale dei territori palestinesi. È dalla parte della dignità, della giustizia e della libertà dei popoli oppressi. Chi guida questa istituzione prima o poi dovrà guardare in faccia questa evidenza".
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