Attualità lunedì 13 maggio 2024 ore 19:30
Studenti accampati in Università per la Palestina

Spuntano le tende nel giardino della biblioteca di Antichistica: "L'Università ponga fine agli accordi con Atenei israeliani e condanni l'aggressione"
PISA — Nei giardini di Antichistica, Storia e Filosofia, lungo via Santa Maria, alcuni studenti e studentesse dell'Università di Pisa hanno deciso di accamparsi per manifestare per la Palestina. Si tratta di una decina di tende, collocate proprio nello spazio interno tra la biblioteca di Antichistica e quella del Dipartimento di Storia e Filosofia, su via Pasquale Paoli.
"Da mesi, ormai, lottiamo a sostegno della popolazione palestinese, sottoposta al genocidio israeliano e a decenni di apartheid, e per la fine delle complicità delle nostre istituzioni - hanno spiegato gli studenti e le studentesse che hanno aderito all'iniziativa - le proteste studentesche hanno assunto un rilievo globale, come hanno mostrato gli accampamenti nei campus americani. I tentativi di reprimere la voce delle persone che protestano per la Palestina non hanno avuto efficacia".
"Le università non si possono ritenere neutrali - hanno aggiunto - esse svolgono un ruolo politico fondamentale e, oggi più che mai, sono legate a doppio filo con il comparto bellico, oltre ad avere rapporti diretti con le università israeliane, capisaldi dell’occupazione dei territori palestinesi".
Quindi, per far cessare la protesta, gli studenti e le studentesse hanno avanzato delle richieste all'Università di Pisa. "Alla luce di ciò, dell’uccisione indiscriminata di più di 35mila palestinesi e della carestia che sta colpendo oltre un milione e mezzo di persone, chiediamo che l'Università denunci fermamente l’aggressione israeliana contro la popolazione palestinese e il genocidio, oltre a fornire aiuti umanitari con tutti i mezzi possibili - hanno scritto - quindi, la risoluzione immediata di tutti gli accordi universitari con Atenei e aziende ubicate in Israele e di tutti gli accordi con aziende belliche, coinvolte o meno negli scenari di occupazione in corso, come Leonardo ed Eni".
"Per noi non è solo un gesto di protesta, ma una possibilità di riappropriarci dei nostri spazi e aprirli a tutti coloro che intendono riflettere e informare sul tema palestinese - hanno concluso - ora è il momento di prendere una decisione: liberiamo l’Università da logiche belliciste e coloniali, finché la Palestina non sarà libera".
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