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Politica domenica 26 gennaio 2025 ore 10:30

Una Città in Comune, "Fermiamo gli affitti brevi"

Il gruppo consiliare, "Basta speculazione, la casa è un diritto". Critiche alla gestione degli affitti turistici nel centro storico di Pisa



PISA — Il fenomeno degli affitti brevi continua a sollevare polemiche a Pisa. Durante una conferenza stampa, il gruppo "Una città in comune" ha denunciato la crescente speculazione che, a loro dire, sta trasformando il centro storico in un mercato turistico a scapito delle necessità abitative dei residenti.

Con lo slogan “Questa città non è un albergo”, il gruppo ha lanciato un chiaro messaggio contro la proliferazione di locazioni turistiche, evidenziando i dati più recenti forniti dall’amministrazione comunale: ben 931 unità abitative risultano registrate come affitti brevi, alle quali si aggiungono 268 affittacamere, 92 B&B e 81 case vacanze, per un totale di 1.377 strutture destinate al turismo.

Le zone più colpite, come riportato, includono il litorale (246 unità), il centro storico tra Borgo Stretto e via Santa Maria (110), e aree strategiche come la stazione (138) e Pisanova-Cisanello (137). Questo, secondo Una città in comune, crea una situazione insostenibile per le famiglie e i lavoratori che faticano a trovare una casa, aggravata da circa 4.000 abitazioni sfitte e un altissimo numero di sfratti.

“La casa non è una merce ma un diritto,” sottolineano i rappresentanti del gruppo, che chiedono interventi concreti per regolamentare il fenomeno. Tra le proposte avanzate figurano un tetto massimo alle locazioni turistiche, distinzioni tra proprietari che affittano occasionalmente e operatori professionali, e una revisione del funzionamento dell’Agenzia Casa.

“Molte città europee, da Amsterdam a Barcellona, hanno già adottato regolamenti per limitare l’impatto del turismo sul mercato abitativo. Pisa non può ignorare questa emergenza,” aggiungono, invitando il sindaco Conti a farsi promotore di un Regolamento comunale sugli affitti brevi. Imponente inoltre la presenza di key box nel centro storico, simbolo di un sistema di affitti turistici automatizzato e disumanizzato, che elimina ogni forma di accoglienza diretta, privilegiando un approccio puramente speculativo.


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