Cronaca giovedì 20 marzo 2014 ore 20:49
Pugilistica Galilei in crisi: “non ci ha fermato la guerra, ma questa giunta...”

La società attiva a Pisa fin dal 1917 non si allena da dicembre e ora rischia di sciogliersi, se non si trova un impianto subito
PISA — “Prima di buttare giù la vecchia palestra ci avevano assicurato che quella nuova sarebbe stata costruita in tre mesi al massimo, perché i soldi erano già pronti. Ora, a quattro anni di distanza, non solo non abbiamo più avuto una palestra, ma sono spariti anche i soldi”.
Giovanni Seghedoni è solo uno delle tante persone che oggi pomeriggio si sono date appuntamento in consiglio comunale. Prima di salire a palazzo Gambacorti, atleti di tutte le età cresciuti nell'ex palestra del Cep, hanno steso striscioni sotto alle finestre, domandandosi quello che, con una lettera invita pochi giorni fa, avevano chiesto a sindaco Filippeschi e agli assessori Sanzo e Zambito: dove si allena la pugilistica Galilei?
“Da dicembre scorso – spiegano il presidente della società pugilistica Fabiano Angiolini e Seghedoni, incaricato dal consiglio per seguire l'attività di palestra e impianti – i nostri atleti sono costretti a non svolgere la normale attività sportiva perché manca un impianto. Con conseguenze tali da far prevedere in tempi brevi la crisi irreversibile di una società che è riuscita a non sospendere l'attività neppure durante le due guerre mondiali: dal 1917. E che si è sempre distinta come realtà nazionale di valore assoluto”.
Tanti i campioni pisani, come i fratelli Burchi, che hanno dato lustro a quello che è “un patrimonio sociale e sportivo – spiegano – riconosciuto e accreditato, non solo nella storia di Pisa ma dell'Italia intera. Per la nostra società la situazione è tale da non poter consentire altri ritardi. Il rischio è l'abbandono di atleti e insegnanti”.
In una disciplina considerata povera, questa società che vanta la stella d'argento del Coni “e ha tutte le carte in regola per ottenere quella d'oro, chiede che l'amministrazione provveda rapidamente a risolvere la questione”.
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