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Politica venerdì 11 ottobre 2024 ore 14:05
Anche Filippeschi dice 'No' alla base nel Parco

L'ex sindaco di Pisa ha firmato la petizione lanciata dalle associazioni ambientaliste: "forzatura a danno delle fragilità ambientali"
PISA — C'è anche l'ex sindaco di Pisa Marco Filippeschi a sottoscrivere la petizione per gridare 'No' alla base dei Carabinieri nel Parco, lanciata nei giorni scorsi da ben 14 associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Apuane libere, Italia Nostra, il Comitato per la difesa di Coltano, il Comitato Difesa Alberi Pisa, La città Ecologica, Lipu Toscana, Le voci degli Alberi Pietrasanta, Mountain Wilderness Nazionale e Wwf) e sottoscritto da centinaia di persone, compresi molti intellettuali.
"Nei giorni scorsi ho firmato la petizione promossa dalle associazioni ambientaliste - dichiara Filippeschi -. Pisa è già fortemente impegnata da insediamenti militari, tutti molto importanti: Camp Darby, l’Aeroporto Militare, la Caserma “Bechi Luserna” con il Battaglione Logistico della Folgore, la Caserma “Gamerra” con il Capar, il centro di addestramento dei paracadutisti della Folgore, il Comfose, Comando delle Forze Speciali dell'Esercito, e il CISAM a San Piero a Grado, dove si sono addestrati anche i Reparti Speciali dei Carabinieri, la base del Reggimento “Col Moschin” in bocca d’Arno. Con Camp Darby, Comfose, Cisam e “Col Moschin” che operano già dentro il Parco e con l’Aeroporto Militare a confine. Pisa ha sempre avuto un rapporto costruttivo con le istituzioni militari".
L'ex sindaco di Pisa si concentra poi sul progetto e sulle problematiche, ma anche sulle posizioni della politica: "Il progetto presentato, che va molto oltre l’insediamento esistente a San Piero a Grado, è inaccettabile non certo per ostilità preconcette ma per un evidente squilibrio e una grave forzatura a danno delle fragilità ambientali di un territorio che la petizione ben dimostra - prosegue l'ex sindaco -. Perciò la città, la comunità del Parco e la Regione devono respingerlo e non possono avallare passivamente i fatti compiuti. Un ampio schieramento, fatto di istituzioni, partiti e personalità, ha preso posizione in difesa del Parco insidiato. Chi si schiera sottoscrivendo la petizione, come ha fatto anche l’assessora regionale Alessandra Nardini, lo fa sulla base di motivazioni molto solide che impongono coerenza, a tutti i livelli, e non giochi di parole. È a rischio la credibilità di una classe dirigente erede dei valori e delle battaglie che hanno portato alla conquista dell’istituzione del Parco, di chi in questo caso è alla prova per mettere in pratica le affermazioni scandite nei programmi europei e nazionali e nelle mozioni dei congressi".
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