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Attualità lunedì 04 novembre 2024 ore 16:34

Cascina ha celebrato la Festa dell’Unità d’Italia e delle forze armate

Il sindaco Michelangelo Betti: "Servirebbe un sentire comune più forte sul dramma delle guerre che colpiscono persone inermi"



CASCINA — Il 4 Novembre è stata celebrata a Cascina la Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate.

La cerimonia si è svolta in tre momenti distinti ma collegati fra loro: inizialmente si è tenuta la visita alla cappella della Misericordia al cimitero storico, passando poi al rendere onore presso il Monumento ai Caduti per terminare con la messa celebrata da don Paoletti alla Propositura di Cascina.

“L’Unità d’Italia in questi mesi è tornata al centro del dibattito per una legge, quella sull’autonomia differenziata, che pare mettere in forse il concetto stesso di unità del paese e sulla quale ci sarà un referendum – ha detto il sindaco in apertura –. Il 4 novembre nasce dalla fine della Prima Guerra Mondiale e andando avanti negli anni sembra affievolirsi il messaggio che arriva da quella che fu definita la Grande Guerra. Di fatto quella è stata l’ultima guerra combattuta dagli eserciti, con un numero di vittime civili abbastanza contenuto. Guardando l’evoluzione dei conflitti, oggi le percentuali si sono ribaltate e i caduti delle guerre sono quasi esclusivamente civili a causa dell’evoluzione degli strumenti bellici come droni e mezzi a guida remota. Un elemento che dovrebbe far riflettere”.

“La stretta attualità ci porta a fare delle considerazioni sulle conseguenze di attacchi bellici, prima con il conflitto in Ucraina scaturito dall’invasione russa e poi con l’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha portato alla cruenta vendetta israeliana del governo Netanyahu con oltre 45.000 vittime palestinesi, per la maggior parte donne e bambini. Ci sono stati attacchi a scuole e ospedali, una guerra sporca e cattiva che forse non viene sentita abbastanza dall’opinione pubblica: servirebbe una maggior attenzione e un sentire comune più forte sul dramma delle guerre che colpiscono sempre di più persone inermi. È necessario fare pressioni su governi e organizzazioni internazionali per arrivare alla pace e chi è coinvolto nei conflitti deve mirare a questa, non all’annullamento del nemico. In caso contrario – ha concluso Michelangelo Betti –, è normale sentir parlare di pulizia etnica o genocidio per i modi portati avanti durante queste guerre”.


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