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Cultura giovedì 17 ottobre 2024 ore 11:00
I classici raccontati da Nannipieri
Lo storico dell'arte e saggista alla biblioteca di Cascina spiega come mai anche i grandi capolavori dell'umanità siano destinati a essere superati
CASCINA — I grandi classici non sono poi così immortali. O, almeno, questo è il tema del tour di conferenze dello storico dell'arte Luca Nannipieri, che dopo le tappe di Firenze, Urbino, Pisa e Pompei, arriva alla biblioteca comunale di Cascina nella sala della Gipsoteca civica venerdì 25 Ottobre, alle 15,30. L'iniziativa è a ingresso gratuito.
Nannipieri, di recente, ha pubblicato con Rizzoli Candore immortale, oltre a curare e presentare rubriche d'arte in Rai e Mediaset.
Contrariamente alla vulgata comune, ben sintetizzata dalla celebre frase di Italo Calvino, ovvero che il classico è un'opera "che non ha mai finito di dire quello che deve dire", il libro dello storico dell'arte Nannipieri mette a fuoco come l'universalità e l'immortalità siano due grandi equivoci intorno alle opere degli uomini.
Spaziando dall'arte alla letteratura, dall'architettura alla moda, dalla cucina alla toponomastica, il saggio spiega come sia un bisogno istintivo dell'uomo quello di cercare segni universali e atemporali: ma la storia, il trascorrere delle epoche, la diversità dei popoli, delle culture, delle tradizioni, dei conflitti, degli interessi non permettono l'invarianza di tali segni, che infatti mutano.
Per esempio, la Gioconda di Leonardo da Vinci, che oggi una parte dell'umanità considera l'emblema stesso del genio umano, è stata un'opera conosciuta da ben poche persone fino al suo furto clamoroso del 1911, che l'ha iconizzata, e non è detto che, cambiando le dinamiche di forza tra i Paesi emergenti nel mondo, la sua icona permanga immutata.
Allora, tutto può diventare un classico e poi smettere di esserlo: dalle statue antiche alla minigonna, da certi fumetti a taluni luoghi che, pur non avendo nessuna intenzione all'origine di sopravvivere al tempo, sono diventati classici temporanei a seguito di eventi extra-ordinari, spesso drammatici, che li hanno resi tali, come ad esempio Auschwitz, la cupola del palazzetto della prefettura di Hiroshima, o la torre idrica di Vukovar in Croazia, simbolo della guerra jugoslava.
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