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Cultura martedì 25 novembre 2014 ore 18:20

Le pietre raccontano la nascita della Cattedrale

Seconda giornata di studi, giovedì 27, iIn occasione dei 950 anni dalla posa della prima pietra. Iniziativa dell’Opera della Primaziale Pisana



PISA — In occasione dei 950 anni dalla posa della prima pietra della Cattedrale di Pisa, l’Opera della Primaziale Pisana in collaborazione con il Centro Studi Umanistici dell’Abbazia di San Savino, organizza la seconda giornata di studio, giovedì 27 novembre, dal titolo La pietra e le pietre. La Fondazione di una cattedrale.

Questo secondo appuntamento sarà intorno al tema “Il racconto delle pietre. La Cattedrale di Pisa nei suoi aspetti significativi meno conosciuti”. A discuterne saranno Piero Pienotti, storico dell'urbanistica, già professore dell'Università di Pisa, Ottavio Banti, medioevista, già professore dell'Università di Pisa, Sergio Costanzo, scrittore e Luca Nannipieri, saggista.

Tra gli aspetti meno noti, quello dei significati numerici della Piazza del Duomo. Ciò che si avverte immediatamente, nella piazza, è la straordinaria proporzione degli edifici che la compongono, i quali trasferiscono all’osservatore un senso diffuso di armonia. Se si ricostruiscono le misure della piazza si trova che niente è casuale. Rapporti proporzionali, numerici e geometrici, sono applicati ovunque, sin dall’origine, e chi è subentrato successivamente ha rispettato il progetto primitivo, tanto che le misure della piazza hanno un minimo comune multiplo che le comprende tutte: il numero 60.

Probabilmente nella cattedrale, ma sicuramente nel battistero, è applicata la sezione aurea, ben prima cioè che ne facessero uso gli artisti fiorentini, e il battistero, con la sua distribuzione interna a base dodici, è una perfetta macchina del tempo. Le conoscenze matematiche dei pisani erano avanzatissime ma ciò non dipendeva solo da fattori culturali. Il “numerus” era espressione dell’ordine dell’universo, aveva natura divina (come la “divina proporzione”, appunto). I canonici della cattedrale erano i custodi di questo sistema di conoscenze ed erano anche “cronocratores”, ossia coloro che avevano la responsabilità del calcolo del tempo, che era scandito dal suono delle campane. La piazza consente un viaggio imprevedibile in questo universo che oggi quasi non si percepisce e la matematica scritta sulle pietre anticipa i testi di Leonardo Fibonacci.


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