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Cronaca lunedì 10 marzo 2014 ore 14:24

Mazzini e Pisa, il legame a 142 anni dalla morte

Cerimonia e conferenza per ricordare l'eroe del Risorgimento



PISA — È morto 142 anni fa. Ma Giuseppe Mazzini non può essere dimenticato o solo trascurato. Per questo il prefetto Francesco Tagliente e il commissario straordinario della Domus Mazziniana Fabio Beltram hanno deposto una corona di alloro alla base del monumento realizzato nell'omonima piazza, davanti al Palazzo Medici, sede della Prefettura.
L'opera, che fu realizzata nel 1883 a 11 anni dalla morte dell'eroe del Risorgimento dallo scultore Orazio Andreoni, evoca gli alti ideali unitari dei quali Mazzini si rese sommo interprete.

Nell'auditorium di Palazzo Medici, poi, il presidente dell'Associazione Mazziniana Italiana Mario Di Napoli, ha tenuto una conferenza sul tema L'Europa di Mazzini.

Alla cerimonia hanno anche partecipato i vertici delle forze di polizia, l’assessore alla Cultura di Pisa Dario Danti, il consigliere provinciale Silvano Granchi.

Tagliente ha ricordato che “il monumento pisano dedicato a uno dei maggiori personaggi e artefici dell'Unità d'Italia, del 1861, è stato restituito alla cittadinanza in tutto il suo originario splendore” e ha sottolineato “l'importanza di ricordare Giuseppe Mazzini e di approfondire il pensiero dell'Eroe del Risorgimento”.

“Il restauro della scultura - ha detto il Prefetto - non privo di difficoltà a causa del forte degrado conservativo, è stato possibile grazie all'interessamento e al sostegno della Prefettura. In tutto il Paese ci sono moltissime piazze, strade, parchi, targhe e statue, dedicati a Giuseppe Mazzini. Monumenti dell'Eroe del Risorgimento si trovano a Roma, Genova, Carrara, Padova Tarquinia”.

“Pisa - ha proseguito Tagliente - oltre a questa statua, ospita la Domus Mazziniana, un Museo situato nel Palazzo Nathan-Rosselli, dove l'Eroe visse gli ultimi anni di vita”.

La Domus Mazziniana raccoglie l'eredità spirituale e materiale della Casa Rosselli, di Pisa, dove, il 10 marzo 1872, morì Giuseppe Mazzini. La casa, donata allo Stato dalla famiglia Rosselli, affinché divenisse santuario di fede e di patriottismo per i posteri, e dichiarata per Legge monumento nazionale il 20 marzo 1910, fu totalmente distrutta nel corso del tragico bombardamento di Pisa del 31 agosto 1943. La nuova Domus, con sede nel riedificato edificio, fu inaugurata, alla presenza del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, il 21 Giugno 1952.

Nello stesso anno una legge dello Stato ha riconosciuto ufficialmente la Domus come Istituzione Culturale volta allo studio e all'approfondimento del pensiero di Giuseppe Mazzini, alla diffusione delle sue opere, alla raccolta e conservazione di documenti e cimeli relativi alla sua vita e al suo insegnamento.

La Domus Mazziniana si è posta sin dalla sua fondazione come un "centro autonomo di studi e ricerche", opportunamente dotato di libri e attrezzature, in grado di svolgere una sua specifica attività scientifica nell'ambito degli studi risorgimentali e della scuola mazziniana nel campo politico, religioso, economico e sociale .

La sua biblioteca, progressivamente arricchitasi negli anni, raccoglie oggi oltre 40mila volumi di carattere essenzialmente storico alcuni dei quali molto rari. Sono anche presenti giornali e periodici, di prevalente indirizzo democratico-repubblicano. Di notevole importanza è anche l'Archivio nel quale sono catalogati oltre 87mila documenti.

A seguito dell’intervento di restauro e ristrutturazione conclusosi nel 2011, l'Istituto è divenuto anche un Memoriale - Museo, nelle cui bacheche viene ripercorsa cronologicamente la vita di Giuseppe Mazzini con l'ausilio di documenti, libri, oggetti personali, lettere e fotografie dell'Esule. La Domus Svolge una importante attività divulgativa, attraverso l’organizzazione di conferenze, convegni, seminari, corsi di aggiornamenti per docenti e percorsi didattici con la scuole di ogni ordine e grado.

L’assessore Dario Danti ha portato i saluti dell’amministrazione comunale ricordando come Pisa abbia ospitato Mazzini ancora latitante negli ultimi tempi della sua vita e la sua morte abbia profondamente commosso l’opinione pubblica italiana del tempo, e quella pisana in particolar modo: la popolazione partecipò numerosa ai funerali e accompagnò la salma alla partenza per Genova.

“La città e le sue istituzioni politiche e culturali, - ha dichiarato Danti - forti dell’eredità mazziniana di cui sono destinatarie e custodi, possono esercitare un ruolo positivo e propulsivo in questo senso, anche attraverso iniziative di studio e di approfondimento sui nodi cruciali della democrazia del nostro tempo. Sta per avviarsi a conclusione l’iter che porterà all’istituzione del Centro Internazionale di Studi sulla Democrazia (con sede proprio alla Domus) e sarà un modo concreto di testimoniare il nostro legame con Mazzini, l’attualità del suo pensiero politico e l’utilità che può avere per noi”.

Anche il consigliere Silvano Granchi, che ha portato il saluto del Presidente Pieroni e del Consiglio Provinciale, si è soffermato sull’attualità del pensiero e dell’azione mazziniani. Il suo è stato infatti un progetto che “ha sempre cercato di parlare all’Europa dei popoli, non l’Europa dei mercati ma l’Europa che cresce insieme nella libertà e nella pace, nella fusione degli interessi primari dei popoli europei e non semplicemente il mantenimento degli equilibri tra questi interessi. Infine nella cultura e nei saperi”.

Il Professor Beltram ha ringraziato il Prefetto per il supporto e per l’ospitalità di questa importante cerimonia che ha il pregio di ricordare una figura cruciale e di straordinaria attualità nella storia nazionale.

Ha annunciato l’ormai prossima riapertura della Domus Mazziniana, chiusa da qualche mese per interventi di adeguamento normativo, auspicandone un assetto definitivamente stabile e un suo pieno ritorno alla funzionalità, come museo e luogo di celebrazione delle memorie risorgimentali e come sede di studio e di ricerca. In questo modo la Domus potrà essere restituita a tutti gli effetti alla cittadinanza.

“Grazie ad un accordo con il Ministero dei Beni Culturali - ha dichiarato il Commissario - sarà possibile inoltre restituire finalmente alla consultazione e alla fruizione del pubblico e degli studiosi l’importante patrimonio bibliotecario e archivistico della Domus, in deposito da qualche anno a seguito degli interventi di ristrutturazione dell’edificio”.

Il Professor Beltram ricorda come entrambi gli interventi siano stati resi possibili grazie alla collaborazione della Scuola Normale Superiore.

Il Prof. Beltram ha introdotto la relazione di Mario Di Napoli, più di ogni altro in grado di rappresentare nella sua storia e nella sua attualità il pensiero di Giuseppe Mazzini, per la sua duplice veste di Presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana da un lato e di consigliere parlamentare presso la Camera dei Deputati dall’altro.

Di Napoli si è soffermato sul filo rosso che lega la Giovine Europa di Mazzini con l’Unione Europea. Un rapporto diretto, dalla formulazione dell’ideale mazziniano al ruolo dei mazziniani nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, in nome del riscatto delle nazionalità oppresse e della rinascita della libertà e della democrazia. Ma un rapporto anche “tradito”, da un’Europa che ha dato priorità all’integrazione economica piuttosto che a quella politica e che soffre della mancanza di una sovranità popolare che ne costituisca il presupposto forte. Queste “assenze” si fanno sentire drammaticamente oggi, di fronte alla crisi ucraina, esplosa anche a causa del fallimento del vertice di Vilniuns dell’autunno scorso, nel quale ha prevalso, nonostante i fantasmi di Monaco del 1938, una posizione di attendismo.

La lezione di Mazzini per l’Europa di oggi deve consistere in questo – ha concluso Di Napoli – nel puntare sulla costruzione di una civiltà e di un destino europeo comuni, dove le identità nazionali rappresentino un motore non di isolamento ma di apertura al federalismo”.


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