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Attualità sabato 15 febbraio 2025 ore 11:30

Amicobus, lavoratori a rischio, allarme Usb

Il sindacato contro la liquidazione della società, “Si tratta di un servizio essenziale, giù le mani”. La replica del Comune, "siamo stupiti"



CASCINA — Preoccupazione per il futuro dei lavoratori e per la qualità del servizio di trasporto scolastico nei comuni di Cascina e Calci. È quanto esprime l’Unione sindacale di base (Usb) di Pisa, dopo la decisione del Comune di Cascina di liquidare la società Amicobus, partecipata pubblica al 100% che da 19 anni gestisce il servizio di scuolabus sul territorio, dando lavoro a 13 dipendenti.

“Il Comune di Cascina ha deciso di liquidare la società Amicobus, società partecipata, pubblica al 100%, che gestisce il servizio di trasporto scolastico a Cascina e Calci”, ha spiegato l’Usb in una nota. “Amicobus gestisce il servizio da 19 anni, occupa 13 lavoratori e la qualità del servizio offerto, a detta degli stessi sindaci, è decisamente buona, niente a che vedere con le gestioni fatte da aziende private di questo tipo di servizi (sempre detto dai sindaci)”.

La decisione è stata motivata dall’applicazione della legge Madia, ma il sindacato contesta la scelta e teme ripercussioni sia sui lavoratori che sul servizio offerto alle famiglie. “Nell’incontro che abbiamo avuto la motivazione addotta è l’applicazione della legge Madia, e ci è stato comunicato che il bando prevederà il passaggio, con la clausola sociale, dei soli 11 lavoratori a tempo indeterminato. Le nostre preoccupazioni riguardano la qualità del servizio e il futuro dei lavoratori mentre la giustificazione ufficiale ovvero la legge Madia non ci convince, visto che Amicobus svolge un servizio essenziale (quale appunto il servizio di scuolabus)”.

Usb denuncia il rischio di peggioramento delle condizioni di lavoro e dei livelli di servizio con l’esternalizzazione. “In Italia da tempo e su molti piani e settori e servizi pubblici è stato dimostrato che il privato non garantisce la qualità del pubblico, molto semplicemente perché la finalità di qualsiasi azienda privata è il profitto quindi il sistema è piegato al raggiungimento di questo obiettivo. In questo senso, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo visto diversi Comuni fare la scelta opposta ovvero dal privato re-internalizzare il servizio di scuolabus”.

Desta inoltre allarme il destino dei lavoratori, soprattutto i due precari. “E il futuro dei lavoratori? La clausola sociale per 11 di loro garantisce il futuro? Pensiamo proprio di no”.

Usb chiede quindi ai Comuni di Cascina e Calci di fare un passo indietro e invita la cittadinanza a sostenere la vertenza. “Chiediamo quindi ai Comuni di ritornare sulle loro scelte, di prendere in considerazione il bene dei cittadini, la qualità del servizio e la sicurezza dei lavoratori. Chiediamo alle famiglie e alla cittadinanza di sostenere insieme a noi questa richiesta”.

Pronta anche la replica dell'amministrazione. "A fine anno i consigli comunali di Cascina e Calci hanno inserito Amicobus tra le aziende partecipate in dismissione. Un percorso obbligato per legge, necessario per mettere al sicuro il servizio di trasporto scolastico nei due Comuni. La legge Madia infatti stabilisce senza possibilità di appello, in una serie di parametri, che una società che svolge servizi "in house providing" se non raggiunge 1 milione di euro di fatturato deve essere chiusa", ha dichiarato l'amministrazione comunale in una nota

"Il sindacato ed i lavoratori sanno benissimo che i Comuni hanno tentato per anni di ricercare soci per un ampliamento dell’attività di Amicobus nei territori vicini. Purtroppo non si sono concretizzati e l’azienda non rientra nei parametri definiti dalla Legge Madia. Pertanto la società Amicobus era a rischio concreto di messa in liquidazione, come previsto dalla legge. Se fosse avvenuto ciò, non ci sarebbe stata alcuna garanzia per i lavoratori e per il servizio", ha proseguito l'amministrazione.

Per famiglie ed alunni (circa 750 gli iscritti al servizio) si tratta della scelta che garantisce maggiormente la continuità e la qualità del servizio di trasporto scolastico. Per i lavoratori invece la procedura attivata dai Comuni consente di garantire il posto di lavoro, con assunzioni a tempo indeterminato, e con un contratto uguale o migliore.

“Francamente si resta del tutto stupiti della presa di posizione del sindacato – hanno spiegato i sindici Michelangelo Betti e Massimiliano Ghimenti –, in quanto gli incontri svolti non lasciavano presagire niente di tutto ciò, anche perché è di tutta evidenza che sia stato scelto il percorso che tutela di più i lavoratori. Quello che è necessario chiarire, inoltre, è che è inaccettabile che il sindacato chieda ai Comuni di rivedere le proprie decisioni, come se esse fossero appunto libere scelte. Si tratta di un obbligo di legge: Amicobus deve essere chiusa per legge. È inaccettabile che lascino credere che i Comuni possano far finta che una legge dello Stato non esista”.


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