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Cronaca giovedì 16 dicembre 2021 ore 09:52

Bando Erp ritirato e da rifare

Pendenti numerosi ricorsi per l'incostituzionalità di una norma e rivisto il regolamento regionale, il Comune dovrà varare un nuovo bando



PISA — L’avvocatura civica, dopo il ricorso presentato al Tribunale di Pisa dai sindacati degli inquilini "ha inviato il 9 Dicembre scorso una nota allo stesso Tribunale dichiarando l’intenzione di procedere alla revoca del bando Erp pubblicato a Luglio 2020, in seguito alla pubblicazione della legge regionale che modifica i criteri e i punteggi per partecipare ai bandi per la richiesta di alloggi popolari". A renderlo noto sono le organizzazioni sindacali dell’inquilinato Sicet, Sunia, Uniat e Unione inquilini, attraverso i responsabili Daniele Cosci, Stefano Cristiano, Carlo Sorrente e Claudio Lazzeri.

Nel bando pisano per l'assegnazione delle case popolari, ricordano i sindacati, "c’è una norma che è palesemente discriminatoria perché impone agli stranieri di portare i certificati di impossidenza di immobili all’estero per tutti i partecipanti e questa era una delle clausole bocciate dai Tar, ma inserita con l’evidente finalità di rendere più difficoltoso a tutti i cittadini stranieri di partecipare al bando stesso". 

Non solo, secondo i sindacati, "il bando non permetteva la partecipazione di cittadini che non fossero stati residenti in Toscana almeno da cinque anni, fatto che danneggiava gli stranieri ma anche gli stessi italiani e quella norma era peraltro evidentemente incostituzionale, come stabilito da recenti sentenze della Consulta".

Per questi motivi i sindacati degli inquilini avevano presentato ricorsi al Tar e al tribunale pisano "per contestare la presenza di quei requisiti contrari ai dispositivi di legge e della Costituzione e a seguito del ricorso, l’amministrazione comunale aveva purtroppo deciso, senza nemmeno avvertirci, di bloccare l’esame delle quasi mille domande fatte dai cittadini pisani mentre la nostra intenzione, la nostra reale proposta, era quella di chiudere quel bando non corretto e farne subito uno nuovo secondo le indicazioni di legge per non penalizzare con tempi lunghi le tante famiglie bisognose di alloggio".

"La dichiarazione del Comune di Pisa - osservano in conclusione i sindacati degli inquilini - dimostra che la nostra opposizione alla pubblicazione dei Bandi era corretta e andava ascoltata. Conferma anche che la decisione presa dalla Amministrazione Comunale a Dicembre 2021, oltre che tardiva è anche, nei fatti, il riconoscimento di una scelta politica sbagliata, non solo per il mancato rispetto della legge e delle norme Costituzionali, ma anche per i rapporti che dovrebbero essere tenuti con le rappresentanze degli inquilini, delle quali evidentemente non si riconosce l'esperienza maturata in decenni di presenza a fianco dei cittadini e delle Istituzioni. Pertanto auspichiamo da ora in poi una maggiore e migliore collaborazione per rispettare quanto disposto dalla Legge Regionale 2/2019, che all'art. 35 stabilisce il coinvolgimento dei sindacati inquilini nelle procedure di gestione dell’ERP, disposizioni finora non rispettate dalla Amministrazione comunale di Pisa".

In commissione consiliare, tuttavia, l'assessora comunale Gianna Gambaccini spiegò - a seguito delle critiche di Diritti in Comune - che il Comune di Pisa era in attesa della modifica della normativa regionale per procedere con l'annullamento del bando e con la pubblicazione di uno nuovo. Cosa che adesso potrà avvenire

"Otteniamo un'altra importante vittoria - commentano oggi da Diritti in Comune - , con i sindacati degli inquilini, contro le politiche discriminatorie e razziste della Giunta Conti". Per il gruppo di opposizione "la furia propagandistica di questa amministrazione, determinata a colpire i cittadini stranieri in nome di slogan come "prima gli italiani" o "prima i pisani", ha colpito un migliaio di persone che avevano fatto domanda di alloggio popolare, congelando fino a oggi quel bando. Adesso occorrerà ripartire da zero, con un nuovo bando, finalmente ci auguriamo pienamente rispettoso della Costituzione e delle leggi di Stato e Regione".

"Purtroppo però - segnalano ancora da Diritti in Comune - il Documento Unico di Programmazione per il 2022-2024, parte integrante del bilancio comunale in discussione dalla prossima settimana in Consiglio, contiene ancora numerose clausole discriminatorie per l’accesso a determinate prestazioni sociali e educative: quanti bandi devono ancora essere sospesi a causa di ricorsi, e quante famiglie in stato di bisogno devono ancora aspettare di vedersi riconosciuti i propri diritti, prima che questa amministrazione decida di rispettare la Costituzione e la smetta di fare propaganda contro gli stranieri che vivono e lavorano nel nostro territorio?"

"Noi continueremo a monitorare il comportamento della Giunta Conti - hanno concluso da Diritti in Comune -, affinché i diritti sociali siano garantiti senza discriminazioni a tutte e tutti; e, soprattutto, affinché più risorse economiche siano destinate a finanziare la spesa sociale, a partire dalla sistemazione dei più di 170 alloggi popolari “di risulta” oggi vuoti, per la quale chiediamo che in sede di bilancio vengano stanziati 1 milione 150 mila euro".

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