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Attualità mercoledì 26 febbraio 2025 ore 11:30
Dagli olii esausti nasce il biocarburante

Il ristorante Roadhouse e il Gruppo Hera, nel 2024, hanno raccolto quasi 1,2 tonnellate di olii di scarto per alimentare la transizione green
PISA — Quasi 1,2 tonnellate di olii esausti trasformati in biocarburante per alimentare la transizione ecologica. È il risultato della collaborazione tra la cucina di Roadhouse, la steakhouse dell'omonima catena lungo la via Aurelia, e il Gruppo Hera, multiutility nei servizi ambientali, idrici ed energetici.
Nel 2024, infatti sono saliti a 1.155 chilogrammi gli olii esausti trasformati in biocarburante: un processo certificato che inizia con la separazione e lo stoccaggio degli olii di scarto nelle cucine da parte di personale appositamente formato. Dopodiché, gli olii vengono prelevati da Hera, venendo sottoposti a un pretrattamento che consente poi l’ingresso nelle bioraffinerie, dove avviene la trasformazione in biocarburante.
"Il progetto, pienamente coerente con l’impegno sulla decarbonizzazione previsto dal piano industriale del Gruppo Hera, parte da un presupposto rilevante - ha spiegato Giulio Renato, direttore centrale dei servizi ambientali e flotte del Gruppo Hera - in Italia il 35% degli oli vegetali esausti, pari a oltre 100mila tonnellate, viene generato da industria alimentare, ristorazione e artigianato. Dunque attività come queste valorizzano un potenziale ancora in buona parte da dispiegare per migliorare autonomia energetica e sostenibilità dei trasporti nel Paese".
Hera, inoltre, cura trasparenza e tracciabilità dell’intero percorso, certificato da un istituto indipendente secondo un apposito standard che è il principale riferimento internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione per progetti in ambito economia circolare.
Gli oli raccolti a Pisa, si sono uniti a quelli raccolti in tutta Italia, nell’ambito di un progetto nazionale che ha visto recuperare nel 2024 oltre 133 tonnellate di oli alimentari di scarto in 220 punti ristoro Chef Express, Roadhouse, Calavera, Smokerey, Billy Tacos e Wagamama. L’utilizzo di biocarburanti prodotti da tale raccolta ha permesso nel 2024 una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra lungo l’intera filiera di produzione del biocarburante di circa l’83% rispetto al carburante fossile di riferimento per i trasporti, con una mancata emissione di 378 tonnellate equivalenti di anidride carbonica.
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