Attualità mercoledì 14 dicembre 2022 ore 18:30
Un intervento chirurgico unico al mondo
Una equipe multidisciplinare dell'Aoup ha asportato un rene e rimosso un esteso trombo tumorale utilizzando tecniche mininvasive
PISA — L'Azienda ospedaliero universitaria pisana e i suoi professionisti hanno firmato un altro intervento chirurgico unico al mondo eseguendo, con tecniche totalmente mininvasive, l'asportazione di un rene accompagnato dalla rimozione di un esteso trombo tumorale che arrivava fino al cuore.
L'intervento è stato eseguito a inizio Ottobre su un paziente di 75 anni, dimesso dall'ospedale dopo 9 giorni, ed ora è in buone condizioni di salute.
"Sfortunatamente - spiega una nota dell'Aoup - questo caso rientrava non solo nel 19% di quelli in cui il tumore al rene è accompagnato da una trombosi venosa, ma nell’1% in cui il trombo tumorale è così esteso (circa 4 centimetri all’interno del cuore). Di fronte a situazioni così complesse finora, nella stragrande maggioranza dei casi, si era proceduto alla completa asportazione del rene e del trombo accedendo chirurgicamente all’addome e al torace con tecnica tradizionale (cosiddetta “a cielo aperto”). Ciò comporta in primo luogo un’elevata mortalità, e in ogni caso un elevato sanguinamento e un lungo decorso post-operatorio".
Come spiega Giorgio Pomara, direttore dell’unità operativa Urologia 2, che ha coordinato l’intervento, “Considerata la complessità di ciò che avremmo dovuto affrontare, ci siamo chiesti se avremmo potuto ridurre i rischi per il paziente utilizzando le tecniche mininvasive - endovascolari e robotiche - che utilizziamo in altri casi. Pur non trovando precedenti nella letteratura scientifica, abbiamo deciso, assieme al paziente e ai tanti specialisti coinvolti, di percorrere la strada della mininvasività”.
Nelle dodici ore totali di procedure si sono alternati diversi specialisti e diverse equipe. Quella cardiochirurgica (Andrea Colli, Laura Besola) ha effettuato l’aspirazione endovascolare della trombosi cardiaca e cavale superiore sotto guida ecocardiografica transesofagea (Fabio Guarracino, Carmelo Vullo), grazie all’impiego di un sistema dedicato: AngioVac System. Ciò ha permesso all’equipe degli urologi (Giorgio Pomara, Michele Santarsieri, Girolamo Fiorini) e dei chirurghi generali (Piero Vincenzo Lippolis, Erion Rreka, Lorenzo Piccini) di procedere prima all’asportazione del rene sinistro e successivamente del trombo cavale utilizzando la piattaforma robotica DaVinci Xi.
"Il buon esito della procedura - aggiungono dall'Aoup - è stato confermato sia in sala, nel corso dell’intervento, sia nelle fasi successive, dai controlli radiodiagnostici effettuati da Elena Bozzi e Laura Crocetti (dell’unità operativa Radiologia interventistica, diretta da Roberto Cioni) ed ecocardiografici eseguiti da Vincenzo Napoli".
Come tiene a sottolineare Giorgio Pomara, “Un intervento come questo non sarebbe stato possibile senza l’altissima professionalità e assieme la totale disponibilità a lavorare assieme di tutti gli specialisti, gli infermieri e i tecnici coinvolti”. Oltre all’unità operativa Urologia 2 (diretta da Pomara), hanno partecipato: l’unità operativa Cardiochirurgia (diretta da Andrea Colli), la sezione dipartimentale Chirurgia generale e peritoneale (diretta da Piero Vincenzo Lippolis), l’unità operativa Anestesia e rianimazione cardiotoracovascolare (diretta da Fabio Guarracino), l’equipe anestesiologica del Centro multidisciplinare di chirurgia robotica (coordinata da Claudia Cariello). Si sono inoltre alternate in sala operatoria tre equipe infermieristiche (robotica, cardiochirurgica e anestesiologica) e una composta da tecnici di fisiopatologia.
L’esame istologico della massa tumorale è stato effettuato dall’unità operativa Anatomia patologica 2 (diretta da Vincenzo Nardini), mentre la complessa pianificazione dell’intervento è stata supervisionata dal Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica (diretto da Franca Melfi), dall’Area Gestione operativa (diretta da Silvia Pagliantini) e dall’unità operativa Farmacia (diretta da Domenica Mamone), che ha garantito la presenza dei necessari dispositivi medici ad alta complessità.
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