Cronaca sabato 28 ottobre 2017 ore 15:09
Morte Sara e Lorenzo, la rabbia in tribunale
L'avvocato che difende una 24enne dall'accusa di omicidio stradale per la morte dei due giovani di Ponsacco ha raccontato di attimi di tensione
PISA — Al termine dell'udienza camerale in cui l'avvocato Gabriele Dall'Unto, mercoledì scorso al tribunale di Pisa, ha chiesto e non ottenuto il patteggiamento per la sua assistita, ci sarebbero stati attimi di tensione.
A raccontarli è stato lo stesso avvocato, atraverso le colonne de Il Dubbio. Dall'Unto, che difende una ragazza 24enne pontederese dall'accusa di omicidio stradale plurimo, conclusa l'udienza sarebbe stato avvicinato e preso a male parole da presunti amici o parenti delle due vittime, Sara Cicciotto e Lorenzo Malacarne, di 17 e 18 anni, travolti dalla sua assistita mentre percorrevano in motorino via delle Colline a Pontedera, nel luglio 2016. Dall'indagine è risultato che l'investitrice stava guidando oltre i limiti di velocità e con un tasso alcolemico nel sange tre volte superiore al consentito. La richiesta di patteggiamento avanzata da Dall'Unto in aula era stata di tre anni e mezzo di reclusione.
"Inizialmente hanno urlato ricordando che le vittime avevano solo 17 e 18 anni - ha raccontato al Dubbio Dell’Unto -. Ho atteso qualche minuto per farli defluire, ma uscendo ho visto che mi stavano aspettando. Ho camminato verso l’uscita senza guardarli, ma hanno iniziato ad insultarmi. Mi hanno detto: 'tanto lo sappiamo dove stai', 'te la facciamo pagare'. Io ho accelerato il passo, sono uscito e mi sono indirizzato verso la procura con alcuni colleghi".
"La morte di due ragazzi non è mai un evento da prendere a cuor leggero - ha poi commentato Dall'Unto -, ma il merito del processo è un piano totalmente diverso. Era tutto organizzato per creare pressione, anche perché il pubblico non potrebbe partecipare ad un’udienza camerale. La cosa più delicata è che sia avvenuto all’interno del tribunale: dovrebbero esserci controlli maggiori. Ma vivo la cosa con totale serenità".
"Il processo continuerà - ha concluso l'avvocato - ed io l’affronterò in serenità nell’interesse della ragazza, anche lei sconvolta dalla tragedia. Noi chiediamo solo un processo giusto. Non siamo in una piazza, siamo in un’aula di tribunale e indossiamo tutti una toga. Dobbiamo recuperare una visione tranquilla e non cedere a sentimenti di pancia".
Sull'episodio il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Pisa, Alberto Marchesi, ha manifestato preoccupazione e ha chiesto all’avvocatura una ferma presa di posizione: a rischio è la libertà dell’avvocato durante l’espletamento della propria funzione.
Netta anche la presa di posizione da parte della Camera penale di Pisa, che ha parlato di un "grave attacco subito" da parte di un proprio avvocato. "Il collega - si legge nel documento approvato dall'assemblea della Camera penale pisana - è stato minacciato e ingiuriato nell’occasione e a causa dello svolgimento della propria attività difensiva. Ci teniamo a sottolineare che, quanto subito all'avvocato Dell'Unto è stato un comportamento esecrabile. È un abominio, indice di una sottocultura sociale e civile prima che giuridica, assimilare la figura dell’indagato/imputato /indagato a quella del difensore. Quest'ultimo, infatti, esercita una professione di rilevanza costituzionale e garantisce un diritto inviolabile quale il diritto di difesa".
"La Camera penale di Pisa, pertanto - conclude la nota -, esprime la massima solidarietà all'Avv. Gabriele Dell'Unto, conosciuto come un professionista serio, scrupoloso e corretto. Constata amaramente che il collega non è il primo ad essere bersaglio di minacce e ingiurie immeritatamente e ingiustamente ricevute nell'esercizio della sua funzione di presidio delle garanzie. Auspica che sia, finalmente, l'ultimo".
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