Politica martedì 11 marzo 2025 ore 17:00
Movida, Confesercenti ignorata dal Comune

Di Sabatino, “Nessun confronto con noi, chiusura anticipata dei locali sarebbe assurda e dannosa per il centro storico”
PISA — La questione della movida torna al centro del dibattito cittadino, con Confesercenti Pisa che critica il sindaco Michele Conti per la gestione del confronto sulle regole del centro storico. “Curioso davvero che il sindaco, su una questione così delicata, decida di interloquire con una sola associazione – ha attaccato Fabrizio Di Sabatino, presidente di Confesercenti Pisa – soprattutto considerando che questa associazione aveva diffuso un allarme infondato su un presunto provvedimento di chiusura anticipata”.
Secondo l’associazione di categoria, l’annuncio di una possibile chiusura dei locali alle 23.30 aveva gettato nel panico molti esercenti, che si erano rivolti direttamente a Confesercenti per avere chiarimenti. “Abbiamo ricevuto una serie incredibile di telefonate da titolari di attività del centro, tutti sorpresi da una decisione che non era mai stata affrontata con Palazzo Gambacorti”, ha proseguito Di Sabatino.
La posizione dell’associazione è chiara: le regole per le emissioni sonore già esistono e i locali si sono adeguati con investimenti propri. Eventuali problematiche andrebbero affrontate con strumenti di confronto, non con restrizioni che penalizzerebbero solo chi lavora in regola. “Siamo disponibili a sederci a un tavolo con Comune e comitati dei residenti per analizzare le criticità – ha sottolineato Di Sabatino – ma pensare di risolvere il problema con la chiusura anticipata è un errore”.
Confesercenti sottolinea inoltre un punto cruciale per la sicurezza cittadina: i locali rappresentano un presidio nel centro storico, garantendo un controllo indiretto sulla situazione. “Se i locali chiudono presto, il centro storico resta senza presidi e con decine di giovani liberi di girare senza alcun controllo – ha concluso Di Sabatino –. Questo non risolverebbe il problema della malamovida, anzi lo aggraverebbe”.
Michele Bufalino
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