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Politica lunedì 23 novembre 2020 ore 10:25

Mozione contro il disegno di legge Zan, è polemica

Il Consiglio comunale di Pisa ha approvato con i voti della maggioranza di centro destra una mozione che esprime contrarietà al Ddl Zan



PISA — "Abbiamo appreso con sconcerto dell’approvazione da parte del Comune di Pisa, con voto favorevole unanime da parte della maggioranza, di una mozione che esprime contrarietà rispetto alla legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, il sessismo e l’abilismo (“DDL Zan”) che è stata recentemente approvata dalla Camera dei Deputati e delle Deputate e che presto passerà in esame al Senato della Repubblica".

Lo dice l'Arcigay di Pisa dopo che, alcuni giorni fa, il Consiglio comunale di Pisa ha approvato con i voti della maggioranza di centro destra, una mozione che esprime contrarietà al disegno di legge Zan

La mozione è passata con i voti di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, mentre una mozione presentata dalle opposizioni di centrosinistra, di tenore opposto, è stata bocciata, sollevando le ire del centrosinistra. 

Tra le argomentazioni portate avanti dal centro destra pisano, che ha parlato di "Legge liberticida", quelle che il Ddl Zan "Mina i principi costituzionali" e "Introduce di fatto il reato di opinione".

Una vicenda che aveva già provocato le dure reazioni dell'opposizione ( il capogruppo Pd Trapani aveva parlato di "Vergogna" mentre il rappresentante di Diritti in Comune aveva scritto di "Pagina nera della destra" ) e sulla quale adesso si esprime anche il circolo Arci Pinkriot:

"Fin dal titolo (“contro ogni tipo di discriminazione e per la libera manifestazione del pensiero”), che già suona come il classico “ho tanti amici gay, ma...”, la mozione lascia presagire di essere un concentrato dei più comuni slogan diffusi dai detrattori della legge in questione. Si legge ad esempio che non vi è un “vuoto legislativo quanto alla tutela delle persone da eventuali discriminazioni per motivi di orientamento sessuale o identità di genere”, e che tale dispositivo andrebbe a punire chi “non si riconosce nel pensiero unico sui temi del matrimonio gay, dell’utero in affitto, dell’indottrinamento gender nelle scuole, delle adozioni gay”, usando le parole d’ordine delle associazioni anti-LGBT e il medesimo linguaggio costruito per generare paura (“utero in affitto” e “indottrinamento gender”). Il tutto corredato da inappropriati esempi di procedimenti penali o amministrativi avviati in Stati diversi dal nostro", spiega l'Arcigay di Pisa.

"Sarebbe bastato leggere il testo della legge per scoprire che l’articolo 3 riporta la dicitura “non costituiscono istigazione alla discriminazione la libera espressione delle idee o la manifestazione di convincimenti o di opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, nonché le condotte legittime riconducibili alla libertà delle scelte, purché non istighino all’odio o alla violenza, ossia non presentino un nesso con atti gravi, concreti ed attuali”, andando quindi a salvaguardare la libera manifestazione del pensiero tanto cara alla maggioranza del Consiglio Comunale, e a tutti e tutte noi."

"La Legge Zan, invece, va ad assegnare un’aggravante di pena nel caso di violenza e discriminazioni per motivi di orientamento, identità di genere, genere o disabilità, un’aggravante che a nostro parere è necessaria poiché le categorie tutelate sono categorie fragili, vessate da secoli di esclusione sociale, cancellazione, violenze psicologiche e fisiche. Secondo la mozione presentata, istituire una tale aggravante, che esiste già per i reati basati sull’etnia e sul credo religioso, costituirebbe una “discriminazione a danno di anziani, obesi, disoccupati”. Respingiamo questo tipo di retorica che mette le comunità l'una contro l'altra, come comunità oppressa conosciamo il valore delle alleanze e sappiamo che i diritti non sono limitati quindi saremo in prima linea qualora nuove proposte legislative vogliano allargare le tutele anche ad altre categorie", conclude l'Arcigay.


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