
Incendio su un volo Ryanair a Palma di Maiorca, i passeggeri fuggono lanciandosi dalle ali del velivolo

Attualità sabato 05 luglio 2025 ore 08:30
Pubblicato il genoma completo dell'olivo

Lo studio è frutto della collaborazione tra la Scuola Superiore Sant’Anna, la King Abdullah University of Science & Technology e l’Arizona Genomics
PISA — Un passo in avanti per la ricerca sull’olivo e per la valorizzazione del patrimonio agricolo italiano: per la prima volta è stato completato e pubblicato il sequenziamento completo del DNA delle varietà italiane “Frantoio” e “Leccino”, due tra le più importanti cultivar italiane di olivo.
Il lavoro, frutto della collaborazione tra l’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la King Abdullah University of Science & Technology e l’Arizona Genomics Institute, è stato appena pubblicato sulla rivista "Scientific Date", del gruppo Springer-Nature.
Lo studio ha permesso di analizzare e confrontare le strutture genetiche delle due varietà. In particolare, è stato possibile scoprire come i genomi di "Frantoio" (1,18 Gb) e "Leccino" (1,43 Gb) siano in gran parte costituiti da sequenze ripetute di DNA (~67.5% in ‘Frantoio’ e ~70.8% in ‘Leccino) ed in particolare da quelli che in letteratura sono conosciuti come "Long Terminal Repeats" (LTRs). Interessanti sono le differenze strutturali tra i due genomi, con 22469 delezioni, 21218 inserzioni e solo 33 inversioni in Frantoio rispetto a Leccino. Studiando in dettaglio il genoma, in Frantoio sono stati individuati 59777 geni. Di questi, 47201 sono stati considerati altamente affidabili e 37061 geni sono stati annotati con successo dal punto di vista della loro funzione. In Leccino, sono stati identificati 67103 geni, di cui 53302 con un'alta qualità e 37606 geni annotati.
Lo studio permette di svelare i segreti del genoma di questi alberi millenari, aprendo nuove frontiere per la loro protezione e il miglioramento, anche alla luce dei cambiamenti climatici in corso. “Il problema è sempre stato la produzione di sequenze genomiche lunghe e di alta qualità, prerequisito fondamentale per assemblare con precisione genomi complessi come quelli dell'olivo", ha spiegato Luca Sebastiani, professore ordinario di Arboricoltura generale e coltivazione arboree presso la Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore dello studio. “Questo studio dettagliato ci permetterà di capire in modo più approfondito l'evoluzione dell'olivo, di comprenderne il processo di domesticazione e di accelerare i programmi di miglioramento genetico. L'obiettivo? Sviluppare varietà più tolleranti agli stress ambientali, resistenti alle malattie e in grado di avere più qualità e quantità di frutti. Tutto questo - ha aggiunto - potrà garantire un futuro più solido alla coltivazione di questa specie che è un simbolo della nostra terra e della nostra cultura”.
Il progetto è stato condotto da un team guidato da Luca Sebastiani e Andrea Zuccolo, con la partecipazione di Iqra Sarfraz e Alessandra Francini, rispettivamente PhD student e ricercatrice presso l’Istituto di Produzioni Vegetali. Hanno inoltre collaborato Mirko Celii della KAUST e Rod A. Wing dell’Arizona Genomics Institute. E il lavoro è stato finanziato grazie al Centro Nazionale Agritech, nell’ambito del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e attraverso fondi europei per la ricerca su innovazione e sostenibilità.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI