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Pisa Sporting Club venerdì 28 novembre 2025 ore 09:30
Rossi, "Il Pisa sta facendo bene, ma per l’Inter guai a non vincere"

Il giornalista di Telelombardia avvisa l’Inter: a Pisa c’è solo un risultato possibile. Rossi promuove Gilardino e avverte Chivu: gara delicatissima
PISA — Nato a Milano nel 1966, laureato in Giurisprudenza, Gianluca Rossi è uno dei volti storici di Telelombardia e del gruppo Mediapason. Dal 1988 segue l’Inter come telecronista di Qui Studio a Voi Stadio, ha raccontato lo scudetto dei record di Trapattoni, le Coppe Uefa e il Triplete. Con lui abbiamo parlato di come arriva l’Inter alla sfida dell’Arena Garibaldi contro il Pisa.
Partiamo da qui: come arriva questa Inter all’appuntamento con il Pisa?
"Io di Pisa-Inter ricordo uno 0-3 nell’88-89: ero venuto varie volte a Pisa, ma quell’anno fu la cavalcata dello scudetto. Oggi invece è una partita fondamentale per l’Inter per tanti motivi. Io la vedrò da un posto particolare, a Sonnino in provincia di Latina, dove sono iniziati i festeggiamenti per i 70 anni di Alessandro “Spillo” Altobelli: quattro giorni di festa, ci saranno tanti ex, forse anche il presidente della Fifa Infantino che è un suo amico. Con Spillo, guardando gli ultimi risultati, ci dicevamo: seguo l’Inter dai tempi di Trapattoni, mi sono fatto Cuper, Orrico, il Triplete… ma una squadra che produca così tanto e capitalizzi così poco, faccio fatica a ricordarmela".
Due sconfitte di fila, derby e Atletico: che momento è per l’Inter?
"Viene da due beffe in tre giorni. L’Atletico ha fatto qualcosina più del Milan, va detto, ma il tema è che devi sistemare in fretta. Per fortuna la classifica è corta, sia in campionato sia in Champions. Prendi gol al 97’ in Champions, nel derby col Milan hai creato di tutto e perdi 0-1. Alla fine ti ritrovi con zero punti giocando bene, con pali, recriminazioni arbitrali… ma il problema è quello: giochi meglio degli altri e non porti a casa il risultato. È un difetto che c’era anche l’anno scorso: Inzaghi fece 7 punti su 24 negli scontri diretti. Già con Spalletti, dodici sconfitte in stagione, molte con le grandi, giocando meglio. Le eccezioni sono le partite tipo Roma: gara sporca, magari non brillantissima, ma portata a casa. Quelle ti cambiano il campionato".
In questo quadro, che tipo di partita diventa Pisa-Inter?
"Diventa delicatissima. Già lo era prima, perché un po’ il Pisa lo seguo: a parte forse col Bologna e a tratti col Milan, non l’ho visto quasi mai totalmente sovrastato. L’Inter ha tutto da perdere. Viene da due sconfitte brucianti, l’ambiente ribolle, è il classico momento in cui tutti guardano il risultato e basta. Non è la partita contro una “grande” che soffri negli scontri diretti: con tutto il rispetto per il Pisa, qui conta solo vincere. Se non vinci nemmeno a Pisa, e non parliamo se perdi, è chiaro che si apre la parola “crisi”, al di là della classifica corta".
A Milano contro i rossoneri il Pisa ha dato una buona impressione. Come ha percepito la squadra di Gilardino e alcuni singoli, penso ad Akinsanmiro, tra l'altro di proprietà dell'Inter?
"Io il Pisa lo seguo con grande simpatia perché c’è questo ragazzo, per cui stravedo, che ha fatto benissimo proprio a San Siro: Akinsanmiro. Sono amico del suo agente, Crescenzo Cecere, e gli ho detto subito che mi piaceva da impazzire. C’è un riscatto per il Pisa e un controriscatto per l’Inter, anche se adesso è fuori: in nerazzurro si dice che lo ricompreranno. Il problema dell’Inter è spesso la pazienza coi giovani. Crescenzo segue anche Agoumé che oggi a Siviglia sta facendo bene: l’Inter non ha avuto la pazienza di aspettarlo. Adesso, con la “Pio Esposito mania”, si spera che cambino un po’ approccio: devi insistere sui giovani, lasciarli sbagliare. Pio Esposito si è fatto le ossa allo Spezia, Akinsanmiro ha giocato alla Samp con Pirlo che lo stimava e ora è a Pisa. Conoscendo la legge del calcio, se avesse giocato contro l’Inter ci avrebbe fatto gol (ride). Non giocando a causa dell'infortunio, resta comunque una partita molto delicata per l’Inter".
Da quello che vede e sente, si può già immaginare il tipo di Inter che scenderà in campo all’Arena?
"Con Chivu noi continuiamo ogni settimana a “abbozzare” la formazione. Lui, quando un calciatore è in difficoltà, tende a insistere, quindi se Lautaro è in un momento di up and down io me lo aspetto comunque in campo. Difficile sbilanciarsi sui singoli: Carlos Augusto può giocare a destra pur essendo mancino, magari è la volta che ti lancia Luis Henrique… In generale sarà un’Inter importante, il blocco di base è quello. Poi però hai subito la Coppa Italia col Venezia, poi il Como in campionato: qualcuno dovrà per forza rifiatare. Quello che non cambierà, secondo me, è il copione: l’Inter proverà comunque a fare la partita, non mi sembra intenzionata a snaturarsi per il Pisa".
L’Inter ha speso tanto a livello mentale col Milan e con l’Atletico. Quanto pesa tutto questo sulla gara di Pisa?
"La domanda vera è: quando perdi così, cosa ti resta? Se perdi 3-0 senza mai essere in partita, allora parli di crisi tecnica. Qui invece esci con Simeone che ti definisce “la miglior squadra vista in Champions”. Il problema è che alla gente, alla lunga, della prestazione interessa il giusto. Con l’Atletico l’Inter ha avuto ampi tratti in cui ha provato l’assalto, se non proprio l’assedio. Poi al 97’ prendi gol su corner e butti via tutto. Io preferisco che mi dicano: col Verona e col Cagliari che partite brutte… però intanto hai vinto di qua e hai vinto di là. Il “come” a un certo punto è secondario. Adesso lo è ancora di più: serve una vittoria sporca. Il Pisa farà la sua partita, starà lì, aspetterà, proverà a ripartire. L’Inter deve essere pronta a vincere, anche senza fare il calcio più bello del mondo".
Che tipo di gara ti aspetti, tatticamente, tra Pisa e Inter?
"Penso a un Pisa che, come già ha fatto, gioca molto sull’avversario: ti aspetta, ti legge, prova a ripartire quando può. Non mi pare una squadra che si chiude e basta. L’Inter, come dicevo, non cambierà copione: possesso, ricerca delle catene esterne, tanto gioco sugli esterni. Io avevo suggerito magari di pensare a una marcatura più a uomo in certe situazioni, ma Chivu ha risposto che i gol li prendono anche quelli che marcano a uomo, e non ha tutti i torti. Sulla carta la formazione “tipo” la conosciamo tutti: Sommer, la linea difensiva con i soliti interpreti, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan o Frattesi, gli esterni, e davanti Thuram e Lautaro. Poi vedremo chi riposerà, ma l’idea sarà quella di imporre il proprio gioco e tenere il Pisa il più lontano possibile dall’area".
Chiudiamo con una previsione secca sul possibile risultato?
"Mi aspetto una vittoria dell'Inter, lo dico sinceramente. Non dico che debba essere per forza un 3-0, ma se non vinci a Pisa, e peggio ancora se perdi, allora sì che si apre una crisi vera: tre sconfitte di fila tra Champions e campionato, contro avversari forti e meno forti, sono un segnale pesante. Quindi l’Inter ha un solo risultato: vincere. Sul “convincere” siamo sempre lì: a me andrebbe benissimo una vittoria stile Verona, ma anche meglio, senza bisogno dell’autogol all’ultimo minuto per carità. Una vittoria autorevole, in cui fai vedere – con rispetto per l’avversario – la tua forza. Anche perché, numeri alla mano, l’Inter è ancora una delle squadre che segna di più. I problemi e i pregi sono grosso modo gli stessi dell’anno scorso: tante reti fatte, qualcuna subita di troppo, ma il pacchetto è quello. Difetti e qualità li conosciamo. Adesso, però, servono soprattutto i punti".
Michele Bufalino
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