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Politica sabato 29 marzo 2025 ore 11:30
Sds, servizi sociali a rischio

Dal primo Luglio previste chiusure per progetti chiave del territorio. Auletta, “Sulla pelle dei più fragili si gioca un gioco politico inaccettabile”
PISA — La notizia arriva come una scure. A partire dal primo Luglio, secondo quanto contenuto nella relazione allegata al bilancio preventivo della Società della Salute, approvato dalla Giunta consortile, potrebbero chiudere alcuni tra i servizi più importanti rivolti alle fasce più fragili della popolazione. A denunciarlo è Ciccio Auletta, consigliere comunale di Diritti in Comune, che lancia un appello per una mobilitazione cittadina.
I servizi in questione sono di quelli che affrontano il disagio nella sua forma più concreta: si va dal “Progetto Homeless” al “Progetto Oltre il Muro”, dal “Binario Zero” fino all’ambulatorio Villani. “Una serie di interventi – ha avvertito Auletta – che garantiscono risposte a persone senza fissa dimora, detenuti ed ex detenuti, soggetti in condizione di marginalità e disagio psico-sanitario”. A questi si aggiunge il taglio ai contributi per utenti in condizioni di indigenza e la cessazione della convenzione con ANCI.
Un quadro definito “gravissimo” da Auletta, che evidenzia anche le criticità legate all’assistenza scolastica e al trasporto sociale. “Le relazioni tecniche parlano chiaro: i fondi provinciali non bastano, e si profila il rischio concreto di un ulteriore ridimensionamento dei servizi, con conseguenze dirette sul diritto allo studio”, ha spiegato il consigliere.
L’accusa è rivolta sia alla gestione politica passata che a quella attuale. “Questo disastro – ha affermato Auletta – ha radici profonde: il mancato adeguamento delle quote capitarie e la destabilizzazione del consorzio da parte del Comune di Pisa, culminata con l’annuncio del recesso da parte del sindaco Conti”. Una scelta, quella del Comune, definita “gravissima e irresponsabile”, aggravata dal fatto che “non esiste ancora alcun piano comunale per la gestione diretta dei servizi, né un’analisi su costi, personale e sostenibilità”.
L’invito è chiaro: “Serve una grande mobilitazione pubblica per difendere i diritti di chi non ha voce. Governo, Regione, Provincia, Comuni: ognuno faccia la propria parte. Non si può permettere che le conseguenze delle scelte politiche ricadano su chi è più debole”.
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