Dilvo Lotti ricordato a San Miniato
di Riccardo Ferrucci - mercoledì 09 aprile 2025 ore 08:00

Da domenica 6 aprile alle 18 all’Orcio d’oro di San Miniato si inaugura la mostra “L’arte senza fine di Dilvo Lotti” promossa insieme al Movimento Shalom nel cinquantenario della sua costituzione. L’omaggio va nel segno della presenza di questo artista nella storia della San Miniato del dopoguerra, una storia fatta di opere dell’ingegno, di quadri e sculture, ma soprattutto di un’azione importantissima di organizzazione sociale, di instancabile creazione di gruppi che avevano il compito di creare aggregazione, azioni collettive, feste e momenti importanti che oggi sono addirittura studiati nelle Università. Stiamo parlando dell’Istituto del Dramma Popolare (oggi fondazione), del Comitato manifestazioni popolari (quello che la gente conosce come Corteo Storico), la Festa degli Aquiloni, il Carnevale, i Fuochi di San Giovanni e forse ancora qualcos’altro che dimentichiamo, fino appunto alla ripresa del Palio di San Rocco, oggi parte del Festival del pensiero popolare. Accanto a Dilvo, l’omaggio coinvolgerà naturalmente anche sua moglie, Giuseppina Gazzarrini, musa dell’artista, sua consigliera e interprete in tutta la sua vita.
Oggi Fabio Gozzini mette a disposizione la sua collezione di opere del maestro, oltre cento pezzi tra grafica, pittura, ceramica (centocinquanta se si considerano i lavori di Pietro Parigi e di alcuni altri artisti). La mostra si inaugurerà all’Orcio d’oro, il 6 aprile 2025 e resterà aperta fino al 26, ospitando due eventi legati a Dilvo, il primo, il 10 aprile alle 21 e 30, sarà una serata dedicata alle manifestazioni popolari promosse da Dilvo a San Miniato, cercandone anche un futuro più articolato, coordinato. La seconda il 25 aprile alle 17 e 30, dedicata invece al bel libro medievale di Giancarlo Pertici, “Bastiano di Nena”, nato proprio su ispirazione di “Vita di un’antica città” di Dilvo Lotti. La mostra sarà inaugurata il 6 aprile alle 18, alla presenza di don Andrea Cristiani, fondatore del Movimento Shalom, di Luca Macchi e Nicola Micieli, presidente e membro di Casa Lotti. Oltre naturalmente a Fabio Gozzini, prestatore delle opere e ad Andrea Mancini a nome dell’Orcio d’oro e Matteo Squicciarini, assessore alla cultura del Comune di San Miniato.
Dilvo Lotti è nato a San Miniato al Tedesco, in Toscana, il 27 giugno 1914. Frequenta l’Istituto d’Arte di Porta Romana a Gli anni Trenta del Novecento sono per Lotti anni di intenso lavoro, nel corso dei quali va mettendo a punto la propria poetica artistica. Sono anni passati prevalentemente a Firenze dove artisti e letterati sono soliti incontrarsi in locali come le “Giubbe Rosse”, o “l’Antico Fattore”. Dilvo Lotti è tra i giovani artisti più apprezzati; ricchi i suoi epistolari con personaggi della cultura fiorentina come Ardengo Soffici, Giovanni Papini, Baccio Maria Bacci, Nicola Lisi, Pietro Parigi, Francesco Chiappelli, Giorgio La Pira.
Lotti inizia la sua attività espositiva nel 1932 a Siena e la critica lo accoglie con grande entusiasmo: nel 1935 il critico Mario Tinti scrive: “l’unica voce originale, capace di inserirsi nel quadro dell’espressionismo europeo”. Nel 1940, dopo un breve soggiorno a Milano, vince il Premio Panerai con l’opera “Natura morta e bambino”. Partecipa su invito alle più importanti rassegne d’Arte, quali la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma e nel 1942 alla Biennale di Venezia gli viene dedicata una sala con sedici opere. Con il precipitare della situazione internazionale e l’entrata in guerra dell’Italia, Lotti viene richiamato alle armi quale Ufficiale dell’Esercito Italiano; l’armistizio lo sorprende a Gabecce (Trieste).
L’attività espositiva è intensa, tiene mostre personali negli edifici più prestigiosi e in importanti gallerie a Firenze, Genova, Roma, Milano, Brescia, Venezia, Rovereto, Livorno, Pisa, Empoli e poi Londra (1962), Biarritz (1971), Hildesheim (1995), Villeneuve lez Avignon (1999). L’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze gli dedica esposizioni antologiche nel 1955, nel 1973 e nel 1991. Nel 1980 nel complesso monumentale della Villa Medicea e Pieve di San Leonardo a Cerreto Guidi tiene una vasta antologica corredata da un catalogo che raccoglie gran parte degli scritti dedicati alla sua arte da Antonio Buero Vallejo, Rodolfo Doni, Luigi Testaferrata, Nicola Micieli, Luigi Baldacci, Mario Pomilio, Dino Carlesi, Tommaso Paloscia, Alessandro Parronchi, Aglauco Casadio, Fernando Prattichizzo, Valerio Vallini, Marco Moretti, Carlo Pedretti e tanti altri.
Riccardo Ferrucci
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