Vinicio Berti in mostra a Certaldo
di Riccardo Ferrucci - lunedì 30 agosto 2021 ore 12:55
La mostra che si apre il 18 Settembre al Palazzo Pretorio di Certaldo Alta “ Vinicio Berti Uno sguardo verso il futuro” è l’omaggio della Toscana ad uno dei suoi artisti più illustri a cento anni dalla nascita. L’iniziativa è promossa dal Comune di Certaldo e dalla Regione Toscana, curata dalla Galleria Nozzoli di Empoli, e si potrà visitare per tutto il mese di ottobre. La mostra propone una selezione delle opere del maestro fiorentino ed a ottobre a Roma alla Galleria d’Arte Moderna si aprirà un'altra mostra omaggio al grande artista toscano.
Vinicio Berti è una figura centrale dell’arte del secondo novecento italiano, in grado di gettare uno sguardo al futuro e realizzare una pittura di grande modernità, che, ancora oggi, a trenta anni dalla sua scomparsa, resta di assoluta attualità. L’artista si avvicinò alla pittura negli anni quaranta, con opere dal sapore tardo–espressionista e post–futurista. E’ stato tra i fondatori dell’Astrattismo Classico, di cui sottoscrisse il Manifesto nel 1950 insieme a Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti. Ha realizzato dipinti spesso incentrati sul tema della città e sul rapporto conflittuale con la moderna civiltà: opere incluse nel ciclo Espansione dell’Astrattismo Classico (1951-55), Cittadelle ostili (1955-56) Cittadelle di resistenza (1966-67). Agli anni sessanta appartengono lavori maggiormente grafici e più vicini all’informale. La sua ricerca, caratterizzata da un costante impegno politico, proseguì con eguale intensità negli anni settanta ed ottanta, traducendosi in un intenso lavoro su cicli di opere, come nella serie Realtà antagonista (1970- 1980) e Guardare in alto (1981- 1991).
L’ultimo periodo creativo, del ciclo Guardare in alto, appare come un momento di intensità poetica, con opere di grande impatto per la loro novità costruttiva e la capacità di gettare uno sguardo consapevole nel tempo e nello spazio. E’ l’assoluta libertà, a cui aspira l’artista, il motore di una ricerca inesauribile che produce risultati sempre diversi ed esiti formali sorprendenti. Si assiste, nel lavoro pittorico di Berti, ad una profonda continuità nella discontinuità, con temi che si ripetono ma all’interno di sottili variazioni e cambiamenti segnici e strutturali: è una sinfonia che sprigiona nuove note ed echi, variazioni e accordi suggestivi.
La pittura dell’ultimo periodo di Berti rappresenta una netta rottura con il passato, il presente, una spinta verso una dimensione nuova. Nelle sue opere c'è la sensibilità del suo tratto, la passione per la poesia e lo spirito fumettista, dove il disegno si fa sintesi e messaggio; è un grande disegnatore che coniuga la cultura umanista ed il primato del disegno della sua città, Firenze, e la scienza contemporanea. E’ una visione assolutamente da non dimenticare e collocare tra i vertici della ricerca artistica italiana, che prevede e anticipa il futuro con la sensibilità dell’autentico poeta. L’arte di Berti è lieve, pone domande, dà risposte, nelle sue tele angoli di una Firenze meno provinciale e più internazionale, aperta verso il mondo, il nuovo.
Osserva Enrico Crispolti “La ragione della sua forza e della sua originalità consiste infatti nell’aver realizzato il proprio “essere contro”, il proprio resistere, antagonistico, sempre e soltanto attraverso mezzi di pittura, come dunque articolazione propositiva fortemente impressiva di segni, forme, colori, personalissimamente determinati. Nella sua fervida immaginazione, testimone profondo del disagio dei tempi.”
Il percorso artistico di Berti è un sogno ad occhi aperti, un modo per immaginare una realtà che pochi, all’epoca, erano in grado di registrare e vedere, era un passo avanti agli altri, il suo sguardo si dirigeva libero verso l’alto e il futuro. E’ importante ricordare l’autore che ha saputo elaborare un mondo diverso, e, con i fragili strumenti della poesia e del segno, è riuscito a raccontare la stagione dell’uomo, tra utopia e disillusioni. E’ una pittura della leggerezza, sospesa nel cielo, come quella indicata da Italo Calvino tra i valori fondanti per il nuovo millennio. E’ proprio la leggerezza uno degli elementi poetici chiave per capire la profondità dell’arte di Berti, che si muove rapidamente e, con un’arte quasi gestuale, cattura frammenti di spazio e verità. Ci perdiamo con piacere nei suoi labirinti grafici, di fronte ad opere in grado di mettere in scena sempre nuovi luoghi e originali approcci con il reale. Raramente ci è capitato di incontrare un’artista che mantiene una tale freschezza di linguaggio e una assoluta modernità più che passa il tempo; le sue opere sembrano segni nati adesso, che si tramutano sotto il nostro sguardo, in un eterno movimento multiforme.
Rispetto a talune ricerche di arte contemporanea che riescono soltanto a creare rumore, a stupire con le loro trovate occasionali, avvicinarsi alla pittura di Berti significa entrare in contatto con un vero poeta che, con rara sensibilità, approda ad un mondo di verità e ad una coerenza interna che gli permettono di affrontare luoghi inesplorati, toccando l’emozione della poesia e del nostro vivere. E’ un diario visionario che non si lascia dimenticare, un work in progress che ci accompagnerà, anche in futuro, con dolcezza e armonia.
Suggerisce lo stesso autore: “L'arte deve seguire la propria strada anche formale. La forma deve crescere insieme al contenuto. Ogni elemento delle mie opere parla del dramma che noi viviamo. (…) In Avventuroso astrale gli elementi del dramma in nuova dimensione sono portati verso la bellezza del tempo contemporaneo: i viaggi spaziali. Una concezione un po' utopistica.”
Quello di Vinicio Berti è stato un lungo viaggio, nel tempo e nello spazio, pieno di conflitti, lacerazioni, ma che si apre magicamente al sogno, all’utopia, ad un domani ancora da vivere e guardare. Un autore che ci lascia una delle pagine più belle della pittura italiana contemporanea, che resta una testimonianza unica di una vita dedicata all’arte e alla ricerca, un domani sognato e inventato che diventa, magicamente, il nostro presente.
Riccardo Ferrucci