Attualità giovedì 07 novembre 2024 ore 13:30
Un gemello virtuale per la miglior terapia
Il progetto europeo con l'obiettivo di creare una piattaforma multiorgano con l'uso dell'Intelligenza Artificiale coinvolge anche l'Università di Pisa
PISA — Per studiare e approntare le migliori terapie, l'Università di Pisa dà vita a un gemello virtuale dei pazienti. L'Ateneo, infatti, è l'unico in Italia a partecipare al progetto europeo "Virtual Twins as Tools for Personalised Clinical Care", che ha l'obiettivo nei prossimi cinque anni di dar vita a una piattaforma multiorgano in grado di ricreare, con l'ausilio dell'Intelligenza Artificiale, dei veri e propri gemelli dei pazienti con disturbi cardiovascolari multifattoriali.
Questi gemelli, grazie a particolari modelli predittivi, assicureranno ai medici una maggior personalizzazione delle terapie farmacologiche e interventistiche, così da evitare di sottoporre inutilmente le persone a trattamenti dai quali non trarrebbero benefici.
"Nonostante l’importante coinvolgimento di competenze di carattere medico, informatico e ingegneristico necessarie per lo sviluppo e l’implementazione del Virtual human twin - ha spiegato la professoressa Martina Smorti, del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica de che coordina il gruppo di lavoro pisano - il progetto dedica un’attenzione particolare agli impatti psicologici, sociali e relazionali dell’utilizzo di questo tipo di tecnologia a livello clinico. È questo l’obiettivo specifico del nostro gruppo di lavoro, che grazie a competenze di ambito psicologico e sociologico, indagherà i fattori che favoriscono o ostacolano l’accettazione del gemello da parte di medici, pazienti e caregiver".
Per questo, al gruppo di lavoro dell’Ateneo partecipa anche la professoressa Silvia Cervia, sociologa del Dipartimento di Scienze Politiche. "Gli studi condotti dimostrano, infatti, che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale a livello di pratica clinica interviene su tutti gli attori e le istituzioni coinvolte modificando le relazioni in campo e i sistemi di percezione - ha aggiunto - per questo, il gruppo di lavoro dell’Università di Pisa valuterà l’impatto di queste modifiche soprattutto sul rapporto medico-paziente".
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