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Attualità lunedì 29 luglio 2024 ore 11:15

Una scoperta da pigmenti vecchi migliaia di anni

Studiosi e ricercatori pisani e spagnoli hanno recuperato dei reperti contenenti cinabro: "Le popolazioni neolitiche avevano già una tecnica avanzata"



PISA — Grazie agli studi e alle indagini di un gruppo di ricerca italo-spagnolo, a cui ha contribuito anche l'Università di Pisa insieme alla sede pisana dell'Istituto di Chimica dei Composti organometallici del Cnr e il Consiglio superiore di ricerca scientifica di Barcellona, è stato scoperto come già all'inizio del VI millennio avanti Cristo le popolazioni neolitiche italiane avevano sviluppato tecniche avanzate per estrarre, lavorare e utilizzare il cinabro.

Il ritrovamento delle tracce che testimoniano l’uso precoce del cinabro è stato fatto nel sito archeologico della Marmotta, situato sulle rive del Lago di Bracciano nel Lazio. Un punto di svolta che impone una revisione delle conoscenze attuali riguardanti la diffusione e l'uso dei pigmenti minerali nel Neolitico europeo.

"La scoperta dell'uso del cinabro in questo contesto è particolarmente significativa perché il cinabro è un minerale tossico che richiede una gestione e un trattamento particolari - ha spiegato la dottoressa Cristiana Petrinelli Pannocchia del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa - ciò implica, infatti, un certo grado di conoscenza e competenza tecnica".

Proprio nelle vicinanze del Lago di Bracciano, infatti, esaminando una serie di reperti archeologici con tecniche avanzate di analisi chimica e mineralogica, i ricercatori italo-spagnoli hanno individuato la presenza di cinabro in vari manufatti, usato perlopiù come pigmento. Inoltre, lo studio ha suggerito come la sostanza venisse estratta da depositi situati a notevoli distanze dal sito.

"Oltre a ciò, l'uso del cinabro alla Marmotta riflette un significativo aspetto culturale e simbolico delle società neolitiche - ha aggiunto - il pigmento rosso, ottenuto dal cinabro, è infatti spesso associato a pratiche rituali e cerimoniali, inclusi i riti funerari e le decorazioni corporee. Questo uso simbolico del cinabro potrebbe indicare una complessa struttura sociale e spirituale tra le popolazioni neolitiche della regione".

"La datazione che siamo riusciti a stabilire attraverso i reperti ci permette di arretrare l'uso del cinabro in Italia all’inizio del VI millennio avanti Cristo - ha concluso la ricercatrice - ridefinendo così la cronologia dell'uso di questo pigmento nel Mediterraneo occidentale. Oltre a offrirci importanti spunti sulla complessità delle società preistoriche in termini di tecnologia, commercio e cultura".


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