Politica venerdì 29 novembre 2024 ore 10:30
Pisamo ed eventi, "Preoccupati da questa deriva"
Martinelli punta il dito contro la modifica dello statuto della società partecipata che gestirà anche cultura, sport e turismo: "Nessuna competenza"
PISA — La riforma dello statuto di Pisamo, società in house del Comune di Pisa che, oltre alla mobilità cittadina, si occuperà anche di eventi culturali, resta all'ordine del giorno nel dibattito politico.
E dopo una seduta fiume del Consiglio comunale, terminato alle 2 di notte dopo la discussione di 46 emendamenti, anche il capogruppo di La Città delle Persone, Paolo Martinelli, esprime tutte le sue perplessità. "Senza che la città se ne stia rendendo conto, il sindaco Conti ha apparecchiato una riforma radicale degli eventi culturali, sportivi e turistici all'insegna dell'accentramento di potere nelle sue mani e della completa incertezza sulla programmazione e sulla gestione economica - ha detto - lo ha fatto senza nessun confronto con gli operatori culturali, turistici e sportivi e neanche con i cittadini e le commissioni consiliari".
"È bene ricordare che Pisamo è partecipata al 98,5% dal Comune, quindi di fatto il sindaco, affidando gli eventi all’organo amministrativo da lui nominato, diventa il riferimento diretto e unico delle politiche culturali, turistiche e sportive della città - ha aggiunto - Conti ha già dichiarato di voler esternalizzare eventi come Marenia, Summer Nights e Scotto Festival, lasciando alla società l'iniziativa sulla organizzazione di altri eventi. Parliamoci chiaro: benché sia giuridicamente una società pubblica, questa operazione imporrà a Pisamo una gestione della cultura che rischia di favorire invece una logica privatistica con l'obiettivo di far cassa".
Per Martinelli, tale cambio di indirizzo sarà inevitabile. "Lieviteranno i costi di gestione e del personale, dato che le competenze attualmente in Pisamo in materia sono nulle - ha puntualizzato - per far quadrare i bilanci bisognerà quindi aumentare gli introiti. Il modello è quello dei grandi eventi spot, che possono avere una funzione attrattiva, ma che una volta passati lasciano ben poco in termini di arricchimento culturale non essendo associati a politiche di valorizzazione della cultura dal basso".
"L'aspetto economico di questa operazione è uno di quelli che lascia più dubbi - ha concluso - le proiezioni di costi e ricavi presentate insieme alle delibere sono totalmente aleatorie, prive di una reale analisi previsionale attendibile. Siamo molto preoccupati da questa operazione, dalla mancanza di un serio business plan, dall’assenza di strategia e competenze e dalla visione di cultura accentrata e privatistica che ne emerge".
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