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Attualità sabato 08 luglio 2023 ore 16:05
Più snelli ma meno italiani, è l'effetto di una dieta

Forse si supererà la prova costume, ma uno studio toscano dimostra come il regime chetogenico induca uno stress identitario circa l'italianità
PISA — C'è una correlazione fra l'adozione di una dieta chetogenica e il senso di appartenenza alla nazionalità italiana con annessi e connessi quanto a pasta, pizza e via contando carboidrati: lo dimostra uno studio toscano, del professor Matteo Corciolani del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, pubblicato sul Journal of Business Research.
In buona sostanza chi elimina i carboidrati dal proprio regime alimentare sì forse perderà peso e supererà brillantemente la prova costume, ma coi chili di troppo vede sciogliersi come neve al sole oltre al grasso superfluo anche il proprio senso di italianità. Si chiama stress identitario, e ad indurlo è proprio il voltar di spalle rispetto alla dieta mediterranea.
"Per chi inizia una dieta chetogenica, lo stress principale è anche e soprattutto identitario, ci si sente meno italiani", dice chiaro chiaro l'università di Pisa nella nota che presenta lo studio in cui per 7 anni sono stati monitorati i canali social dedicati alla dieta keto, qualcosa come 900 pagine una più una meno.
Carboidrati al lumicino, ecco l'effetto che fa
La ricerca ha analizzato le emozioni e i comportamenti dei consumatori che per motivi di salute adottano - sotto controllo medico - il regime alimentare chetogenico basato soprattutto sui grassi: "L’effetto è di spaesamento, anche rispetto al contesto sociale e famigliare. Sembra impossibile poter mangiare abbandonando la dieta mediterranea e rinunciare a cibi come pasta, pane e pizza", spiegano gli studiosi.
“Nelle diete chetogeniche il grosso cambiamento è nel consumo dei carboidrati, che occupano una percentuale bassissima, solitamente meno di 50 grammi al giorno", sottolinea Corciolani.
Sette anni di monitoraggio social
La ricerca del professor Corciolani si è basata sui dati degli utenti del gruppo Facebook Chetogenesi, in totale circa 900 pagine di contenuti monitorati con l’autorizzazione dei moderatori della community per 7 anni, a cui si sono aggiunte interviste più approfondite a 10 componenti del gruppo e una analisi di contesto sui media attraverso la banca dati LexisNexis, che comprende i principali giornali e periodici italiani anche on line.
Le interazioni su Facebook hanno rivelato il ruolo fondamentale della componente emotiva con l’affiorare di tre sentimenti: la tristezza nel dover abbandonare cibi amati, l’ansia legata alla paura che la dieta chetogenica in realtà non sia sana per la quantità di grassi da assumere, e per ultimo anche la rabbia, magari perché qualche volta i risultati sperati tardano ad arrivare.
Partendo da questi presupposti il focus dell’indagine si è quindi concentrato su come il successo e il proseguimento della dieta passi attraverso la trasformazione di questi sentimenti da negativi a positivi.
Nel processo si modifica anche il senso di italianità sotto il profilo identitario: "C’è chi scrive che di fronte a un ritrovato benessere fisico pizza e pasta non sono poi così importanti - racconta Corciolani - sino a mettere in dubbio lo status di superiorità della dieta mediterranea".
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