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Cronaca mercoledì 19 febbraio 2014 ore 19:15
Valutare le funzioni mentali di chi è in stato vegetativo

Il progetto dell'Azienda ospedaliero universitaria pisana è uno di quelli finanziati dal ministero della Salute
PISA — Una diagnosi esatta e la relativa prognosi in pazienti con disturbi di coscienza come lo “stato
vegetativo” e quello di “minima coscienza” è un compito difficile
anche per i clinici più esperti.
Valutazioni retrospettive indicano infatti
che, basandosi soltanto sull’osservazione clinica, si possa sbagliare diagnosi
fino al 40per cento dei casi. Attualmente, definire lo stato di coscienza di un
paziente o caratterizzarne eventuali funzioni mentali residue è quindi una vera
sfida per le neuroscienze cliniche.
A questo interessante filone
di ricerca è dedicato uno degli 11 progetti dell'Aoup e finanziati dal ministero della Salute nel bando di ricerca finalizzata e giovani ricercatori.
Sviluppo e validazione di nuove metodologie per la valutazione in vivo dei pattern di connettività funzionale nei disturbi di coscienza è il titolo dello studio e cercherà di sviluppare soluzioni innovative al problema della caratterizzazione clinica di questi pazienti. Lo studio sarà coordinato a livello nazionale dal Dott. Emiliano Ricciardi, ricercatore dell’Università di Pisa e medico dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, e vedrà la partecipazione dell’Università di Messina e dell’IRCCS Centro Neurolesi ‘Bonino Pulejo’ di Messina. La speranza dei ricercatori coinvolti è di riuscire a definire uno strumento multidisciplinare clinico che possa permettere di stabilire il livello di coscienza di un paziente neurologico e di poterne eventualmente valutare il grado di recupero funzionale.
Negli ultimi anni, l’utilizzo di metodologie non invasive per l’esplorazione metabolico-funzionale del cervello quali la risonanza magnetica funzionale, rappresenta infatti un mezzo promettente per valutare le funzioni mentali in pazienti con disturbi di coscienza. In particolare, attraverso algoritmi innovativi di analisi del segnale cerebrale, si spera di poter presto arrivare a misurare l’attività cerebrale spontanea di questi pazienti e ricavarne un indice di diagnosi e, soprattutto, di possibile recupero.
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