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Politica sabato 12 aprile 2025 ore 20:00

Discarica di Gello, "promesse mai mantenute"

Il gruppo d'opposizione "Valori e Impegno Civico" interviene sull'assenza delle piantumazioni approvate ma non eseguite e sul mancato controllo



CASCINA — Risale al 2021 l’ennesimo ampliamento della discarica di Gello con il cosiddetto “quarto lotto”. Parte da qui la riflessione di Dario Rollo e Lorenzo Peluso, del gruppo d'opposizione "Valori e Impegno Civico" per sottolineare assenze e mancate promesse. "Tale intervento - ha spiegato Rollo - includeva alcune misure di mitigazione fondamentali, tra cui la piantumazione di alberi ad alto fusto per ridurre l’impatto ambientale e visivo, e migliorare la qualità dell’aria. Si trattava di opere vincolanti, approvati dagli enti competenti, Regione Toscana, Arpat e altri, e allegati alla convenzione come condizione necessaria all’autorizzazione dell’opera. Ma oggi, a quasi quattro anni di distanza, non sono state realizzate. Gran parte delle piantumazioni previste, esposte sul lato Latignano e Pardossi, ricadevano su terreni privati, destinati invece alla realizzazione di un grande impianto fotovoltaico. Il risultato? Alberi mai piantati e nessun ente che abbia mosso un dito".

Denuncia la gravità di questa situazione Rollo. "Da sempre ci opponiamo all’estensione della discarica di Gello, che avrebbe dovuto essere chiusa decenni fa e invece continua ad essere prorogata, fino addirittura al 2040 con il successivo ‘lotto 5’. Alla faccia - ha aggiunto - di chi predica politiche green: si tratta di una discarica di rifiuti speciali, che nulla ha a che vedere con lo smaltimento dei rifiuti urbani e rappresenta solo ed esclusivamente un'operazione di business". 

Il capogruppo sottolinea anche l’asimmetria nei controlli tra cittadini e grandi operatori. “Se un comune cittadino non avesse rispettato un vincolo convenzionale come questo, sarebbero subito scattati sequestri e revoche. Ma qui, dove in gioco ci sono interessi economici e industriali, tutto tace. Un silenzio - ha aggiunto - che alimenta normali sospetti di una certa tolleranza, in contrasto con la rigidità applicata in altri contesti".

E poi c'è la questione dell'impianto fotovoltaico. "Nel frattempo, l’area adiacente che avrebbe dovuto ospitare gli alberi è stata destinata a un progetto per un grande impianto fotovoltaico, trasformando quella che doveva essere una zona verde di compensazione ambientale in un’area a vocazione produttiva. Anche su questo aspetto, nessuna voce ufficiale si è levata da parte delle istituzioni coinvolte. La mancata realizzazione delle opere di mitigazione rappresenta una violazione sostanziale degli accordi presi con il territorio, e un danno ambientale che non può essere ignorato", ha concluso.


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