Attualità lunedì 26 gennaio 2015 ore 14:35
Chirurgia resettiva epatica, Aoup in prima linea
Al congresso dell’Ewalt, presentato innovativo intervento per la resezione di metastasi epatiche in pazienti fino a poco tempo fa ritenuti inoperabili
PISA — La Chirurgia generale dell’Aoup diretta da Piero Buccianti è stata protagonista al recente congresso dell’Ewalt (Eastern western association for liver tumors) che si è svolto a Milano dove, di fronte ai maggiori esponenti della chirurgia epatica mondiale, Lucio Urbani ha presentato il nuovo intervento di chirurgia resettiva epatica per il trattamento delle metastasi epatiche da colon-retto localizzate alla confluenza epatocavale: la cosiddetta “epatectomia minore-ma-complessa”.
Questo nuovo intervento, che consente di trasformare una epatectomia maggiore in minore e di operare pazienti potenzialmente inoperabili, è stato interamente messo a punto nelle sale operatorie della Chirurgia generale dell’Aoup ed è il risultato dell’interazione del dottor Urbani con il professor Guido Torzilli, attualmente il maggior esponente al mondo della chirurgia parenchymal-sparing.
Al successo dell’epatectomia “minore-ma-complessa” hanno contribuito tutti i servizi che afferiscono alla Chirurgia generale: la Sezione dipartimentale Ospedale senza dolore diretta da Adriana Paolicchi, l’Unità operativa di anestesia e rianimazione 4 diretta da Francesco Giunta, il Dipartimento di Radiodiagnostica e medicina nucleare diretto dal professor Carlo Bartolozzi e l’Unità operativa di Radiodiagnostica II diretta dal dottor Fabio Falaschi.
Un ruolo importante l'ha avuto anche l’Oncologia 2 diretta da Alfredo Falcone per la selezione ed il follow-up dei pazienti. Senza dimenticare la preziosa collaborazione dell’Unità operativa di Malattie infettive con il suo laboratorio e del Centro trasfusionale, che è sempre riuscito a fornire la disponibilità del sangue anche in questo periodo di difficoltà.
Nella giornata dedicata al colangiocarcinoma è stato inoltre presentato il video del primo caso al mondo di ricostruzione della vena sovraepatica mediana mediante l’utilizzo della parete di una cisti renale. In questo modo è stato possibile eseguire un’epatectomia minore-ma-complessa in un paziente precedentemente escluso dalla terapia resettiva
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