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Politica mercoledì 26 giugno 2024 ore 14:30
Base militare più vicina, si spacca la politica
C'è il fronte del sì e il fronte del no: i primi 20 milioni di euro stanziati per realizzare il progetto riaccendono il dibattito sulla base
PISA — Il decreto Infrastrutture approvato dal Consiglio dei Ministri all'inizio di questa settimana contiene una novità importante per il progetto di base militare diffusa tra Pisa e Pontedera. L'esecutivo di Giorgia Meloni, infatti, ha deciso di stanziare i primi 20 milioni di euro, utili a finanziare i nuovi insediamenti dei Carabinieri, come il Gruppo intervento speciale, i parà del "Tuscania" e il Centro cinofili.
Un passo in avanti che ha raccolto, immediatamente, le reazioni delle forze politiche. A cominciare da chi, come Maurizio Nerini di Fratelli d'Italia, esulta per la notizia. "Uno stanziamento che fa parte di un percorso, in cui abbiamo ottenuto la modifica del progetto iniziale con l'installazione della base in una caserma già presente e oggi sottoutilizzata, salvando il Parco e Coltano da usi impropri e avendo ampie certezze per il recupero della frazione a spese della Regione - ha spiegato - chi dice no a prescindere sbaglia su tutta la linea, mistificando le cose: non è una base Nato, ma dei Carabinieri, non si abbattono alberi, ma se ne piantano a migliaia".
"Inoltre, si creerà un circolo virtuoso per le realtà locali, con un indotto calcolato inizialmente in circa 6 milioni di euro annui, dovuto non solo alla presenza di migliaia di uomini e donne in divisa, ma anche delle loro famiglie - ha aggiunto - questo si traduce in numeri maggiori per i nostri asili e per le scuole di ogni ordine e grado e potrà, tra l'altro, contribuire al raggiungimento dei 100mila abitanti per Pisa".
Levata di scudi, invece, da parte del consigliere comunale del Partito Democratico Enrico Bruni, segretario dei Giovani Democratici Pisa. "Dal momento che il sindaco Michele Conti ha manifestato tutta la sua soddisfazione, sarebbe opportuno che finalmente facesse chiarezza: conosce ed è in possesso del progetto? - ha chiesto - In tal caso che a che cosa sono destinati questi primi 20 milioni? Si tratta di soldi che verranno utilizzati per completare l'operazione di decommissioning del reattore nucleare?".
"Il sindaco venga in Consiglio e spieghi di preciso le caratteristiche di questo progetto, ancora oggi segretato - ha aggiunto - Conti, inoltre, ha parlato di nuovo dei fondi di compensazione destinati agli immobili storici di Coltano. Di quali fondi si tratta? Perché già l'operazione di bonifica di un'area in cui ha insistito un reattore nucleare e nella quale ancora oggi insiste un deposito nazionale di scorie radioattive, che deve essere prioritaria, è molto costosa e complicata".
"Come Giovani Democratici abbiamo ribadito più volte la nostra piena contrarietà della costruzione di una base all’interno del Parco, che riteniamo contrario all’ambiente e agli interessi della città - ha concluso Bruni - il sindaco deve rompere ogni indugio: prima di tutto deve chiarire immediatamente quali sono le sue informazioni rispetto alla base militare e rispetto ai fondi necessari per la sua costruzione e per le compensazioni. Inoltre, le osservazioni che il Comune potrà fare al Piano Integrato del Parco dovranno andare esclusivamente verso l'incremento della tutela dell'ambiente e dei poteri del Parco".
Forte la presa di posizione anche del Comitato per la difesa di Coltano e La Città Ecologica. "Nella scelta dell’area Cisam è grave la responsabilità che si sono assunti il presidente della Regione, il sindaco di Pisa e il presidente del Parco, che su questo hanno sempre manifestato un'anomala consonanza di vedute - hanno spiegato - anche scorporando dal progetto superfici e volumi delle aree addestrative di Pontedera, rimarrebbero da reperire circa 500mila metri quadrati di superficie, con il previsto, sciagurato abbattimento di 2.500 piante d’alto fusto che potrebbe non essere neppure sufficiente".
"Come fa il sindaco ad affermare che si è trasformata una minaccia in un’opportunità, a cianciare di rigenerazione urbana? - hanno concluso - anche l’auspicabile completo smantellamento del complesso infrastrutturale dell’ex reattore nucleare appare così come formulato solo uno specchietto per le allodole. Del resto, non c’è solo il reattore di cui completare la dismissione e da smantellare; c’è anche, a quanto a noi risulta, un capannone che costituisce, ad ora, l’unica sede nazionale di stoccaggio per i rifiuti radioattivi di origine militare".
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