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Cronaca giovedì 03 dicembre 2015 ore 13:05
Falsi brokers, truffe per 32 milioni di euro
Stampano titoli di credito da Bloomberg per raggirare imprenditori. Sgominato sodalizio criminale transnazionale con base in provincia
PISA — Svolgevano falsa attività di intermediazione finanziaria attirando imprenditori ai quali vendere titoli di credito esistenti, ma appartenenti a qualcun altro. Compravendite ovviamente fittizie che celavano maxi truffe milionarie scoperte grazie all'operazione Flower 2, condotta dalla guardia di finanza in collaborazione con l'Fbi di Los Angeles.
La maxi operazione ha portato a 6 arresti per associazione a delinquere a carattere transnazionale, 16 denunce e sequestri di beni mobili e immobili per un valore di 11 milioni di euro.
Questo è l'epilogo di lunghe indagini incentrate su un sodalizio criminale attivo in tutto il mondo grazie alla presenza di brokers affiliati che avevano lo scopo di reperire clienti. Complice la crisi finanziaria e la sempre maggiore difficoltà di ottenere prestiti dalle banche, queste pseudo-associazioni inducevano imprenditori ignari a richiedere titoli finanziari (obbligazioni, bond, garanzie bancarie) all'organizzazione criminale così da poterli presentare come garanzia alle banche ed ottenere liquidità. Una vera e propria quanto capillare attività di brokeraggio illegale, diramata in tutto il mondo, e portata alla luce grazie a delle indagini partite dalla provincia di Pisa.
Molte delle truffe milionarie a danni di centinaia di imprenditori sono state compiute negli anni 90 e quindi cadute in prescrizione, ma data la capillarità con cui l'organizzazione criminale operava da più di 10 anni, la procura della Repubblica non esclude l'esistenza di persone ancora ignare di essere state truffate.
L'illecito sodalizio prometteva di affittare titoli di credito a mezzo di numerose società estere riconducibili agli indagati e dislocate in cosiddetti paradisi fiscali come Lussemburgo, Svizzera, Cipro, Panama e Repubblica di San Marino. Per far cadere nel tranello i malcapitati, utilizzavano documentazione contraffatta e titoli di credito realmente esistenti, stampati da piattaforme come Bloomberg e Euroclear, e chiedevano la riscossione di una caparra (call option) al fine di prenotare i titoli che poi non venivano mai consegnati al cliente. Truffe per milioni di euro l'una in grado di mandare in default finanziario intere aziende.
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