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Attualità Mercoledì 31 Dicembre 2025 ore 11:30
Imprese stabili ma senza slanci

Uno studio di Palamara per Casartigiani Toscana fotografa una provincia ferma. Allarme sul cuoio, appello per il ricambio generazionale.
PROVINCIA DI PISA — Un anno senza scosse, ma anche senza slancio. È questa la sintesi che emerge dalla ricerca condotta da Michele Palamara per conto di Casartigiani Toscana, illustrata nei giorni scorsi durante l’assemblea regionale dell’associazione. Il lavoro, intitolato “Toscana 2025: un’economia che resiste ma fatica a rinnovarsi”, mette a fuoco una regione in equilibrio precario tra tenuta e stagnazione, con uno sguardo puntato anche sulla provincia di Pisa.
"Il 2025 in Toscana è stato un anno di tenuta più che di vera crescita", ha spiegato Palamara, docente del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa. "Il pil regionale è aumentato di circa 0,5%, sostenuto soprattutto da consumi interni e servizi, mentre export e industria hanno mostrato segnali di rallentamento. Il mercato del lavoro ha retto, con una disoccupazione intorno al 4%, ma emergono criticità strutturali come l’invecchiamento del tessuto imprenditoriale e il ridotto ricambio generazionale".
Nella provincia di Pisa, le imprese attive sono circa 27mila, con un’occupazione stabile. Ma anche qui si avverte una certa inerzia. "Oltre il 60% delle aziende ha più di 10 anni di attività – ha aggiunto – un dato indicativo di un sistema produttivo solido ma poco incline al rischio e all’innovazione. Il pericolo non è il declino immediato, ma la stagnazione competitiva nel medio periodo".
Preoccupante, secondo la ricerca, è la situazione nel comparto conciario del comprensorio del cuoio, dove in dieci anni il numero di aziende si è ridotto del 25% e i fatturati sono in calo. "Si tratta di una lenta selezione che penalizza le aziende più piccole e meno capitalizzate – ha osservato Palamara – mentre resistono quelle integrate nella filiera e orientate alla qualità".
Guardando al futuro, l’accademico individua un bivio: "Lo scenario più probabile è quello di meno imprese, ma più selezionate, con Pisa destinata a mantenere buona stabilità. Tuttavia, si dovrà puntare su innovazione e servizi avanzati per evitare l’immobilismo. Per la zona del cuoio, invece, la sopravvivenza passa da una profonda trasformazione verso sostenibilità, qualità e integrazione produttiva. Il 2025 lascia quindi un messaggio chiaro: la Toscana non è in crisi, ma non può più permettersi di restare ferma, il futuro premierà chi saprà cambiare prima che sia il mercato a imporlo".
Per Roberto Biondi, coordinatore di Casartigiani Toscana, "la ricerca di Palamara fornisce una serie di elementi utili per la nascita di idee, suggerimenti ed un nuovo approccio per affrontare nuove sfide, che richiedono innovazione e capacità di saper leggere i tempi che cambiano, senza mai perdere di vista l’importanza della tradizione". E ha rilanciato un appello chiaro: "Il tema del passaggio tra generazioni è fondamentale: per questo Casartigiani rinnova l’augurio perché il mondo del lavoro, della produzione artigianale e dell’imprenditoria, sia sempre più vicino a quello dei saperi rappresentato dalla scuola e dall’università".
Il vicepresidente Nicola Niccolini ha concluso sottolineando che "chi porta avanti un’attività ha bisogno di risposte rapide ed efficaci, per questo come associazione teniamo il punto sui vari fronti che l’imprenditoria si trova oggi davanti, ponendo forte attenzione alle questioni locali e alle congiunture globali".
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