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Attualità martedì 24 gennaio 2017 ore 11:10
Lo spettacolo sugli omosessuali divide le opinioni

Lo spettacolo Bent, che racconta una storia tra omosessuali negli anni del nazismo, e' in programma al teatro Verdi di Pisa
PISA — Bent confermato nel cartellone del teatro Verdi di Pisa per giovedì mattina, nell'ambito del cartellone dedicato al Giorno della memoria e al ricordo della persecuzione nazista verso gli omosessuali.
Una scelta quest'ultima, che ha fatto molto discutere, con un comitato di genitori ( lo spettacolo è riservato infatti agli studenti pisani ) che ha parlato di "Spettacolo diseducativo" ( vedi articoli correlati ) "La storia si svolge infatti - aveva scritto il Comitato Famiglia Scuola Educazione - fra rapporti fisici e amorosi omosessuali, omicidi, necrofilia (nei confronti del cadavere di una bambina) e si conclude con il suicidio del protagonista. Presentare il suicidio come soluzione di fronte alle difficoltà è particolarmente rischioso per un pubblico di adolescenti, cioè di soggetti particolarmente portati all’emulazione".
All’inizio e a conclusione dello spettacolo è previsto un incontro di riflessione e confronto, con la prof. Micaela Frulli, docente di Diritto internazionale all’Università di Firenze, e gli attori della compagnia, nell’ambito del programma di “Cultura è educazione” dell’Assessorato alle politiche educative e scolastiche del Comune di Pisa.
A spiegare il senso dell’incontro è la stessa prof. Micaela Frulli, che risponde così anche alla polemica sollevata da comitato “Famiglia Scuola Educazione” di Pisa: "Il progetto educativo che accompagna BENT si chiama “Non c'è futuro senza memoria” ed è stato pensato proprio per collegare la feroce persecuzione nazista a danno degli omosessuali, avvenuta tanti anni fa, a quello che succede oggi in molte parti del mondo. Episodi come questi dimostrano quanto ci sia disperatamente bisogno di far conoscere quegli eventi e di dialogare con i ragazzi intorno al passato per poi riflettere sul presente.Come curatrice del progetto educativo non sono arrabbiata, ma dispiaciuta e invito questi genitori a venire a vedere lo spettacolo in tutta la sua poesia (perché dalla nota che hanno scritto è chiaro che purtroppo non l'hanno visto) e ad assistere al dibattito con i ragazzi. Ringrazio la Regione Toscana e Amnesty International, che hanno dato il loro patrocinio a BENT e al progetto che lo accompagna, e Fondazione Toscana Spettacolo e il Comune di Pisa che l’hanno voluto al Teatro Verdi. Il sostegno delle istituzioni e quanto mai prezioso, indispensabile, per questa battaglia di civiltà (e quindi grazie anche alla regione Val d’Aosta, al Comune di Marzabotto, ma anche al Teatro di Rifredi che l'ha ospitato a Firenze e ne potrei citare molti altri).
Io personalmente coltivo una grande speranza: quella che i ragazzi siano pronti ripudiare ogni forma di discriminazione e sono fiduciosa che questo avvenga perché ho avuto il privilegio di vederlo accadere con tanti studenti che hanno visto lo spettacolo e con i quali ci siamo confrontati nelle scuole e nei teatri, e mi rincuora che molti insegnanti l’abbiamo giudicato un prezioso ausilio per il loro lavoro e uno strumento di crescita culturale per gli studenti. E ringrazio anche loro, chiamandone in causa solo alcune (peraltro c’è chi è proprio adesso sul Treno della memoria) perché tutti e tutte insieme dobbiamo andare avanti su questa strada."
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