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Attualità mercoledì 11 dicembre 2024 ore 11:30
Stampa 3D per curare le cartilagini
L'innovativo progetto Luminate coordinato dall'Università di Pisa mira a ridurre gli interventi invasivi per riparare le cartilagini articolari
PISA — Per riparare le cartilagini delle articolazioni, grazie a Luminate, il progetto coordinato dall'Università di Pisa e finanziato dall'Unione europea, si potranno usare biomateriali e stampanti 3D.
Tutto ciò grazie a EndoFlight, lo strumento chirurgico rivoluzionario che, appunto, combina le tecniche di biostampa 3D con cellule del paziente e biomateriali avanzati. "In questo modo, si potranno fare interventi sulle articolazioni in maniera personalizzata - ha spiegato il professore Giovanni Vozzi del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e responsabile di Luminate - il sistema ha una piccola telecamera che viene inserita nell'articolazione durante l'intervento per scansionare la lesione e determinare la dimensione e la forma dell'area danneggiata grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale; quindi, EndoFlight riempie la lesione con biomateriali studiati appositamente per integrarsi con i tessuti".
Il progetto Luminate mira così a offrire una soluzione efficace e meno invasiva per intervenire sulle lesioni alla cartilagine, riducendo la necessità di operazioni chirurgiche complesse. Del resto, la cartilagine articolare è un tessuto fondamentale per la salute delle nostre articolazioni: grazie alla sua funzione di "cuscinetto" naturale, permette movimenti delle articolazioni fluidi e senza sforzo.
Le statistiche mostrano un aumento significativo delle lesioni cartilaginee negli ultimi anni: l'incidenza annuale in alcuni Paesi è passata da 22 a 61 casi per 100mila persone tra il 1996 e il 2011. Un rischio particolarmente grave è lo sviluppo dell'artrosi post-traumatica che, secondo recenti studi, colpisce fino al 50% dei pazienti che subiscono gravi traumi al ginocchio.
"Luminate vuole fare la differenza in questo scenario - ha concluso - il progetto durerà 4 anni a partire da Gennaio 2025 e coinvolge un vasto consorzio con partner accademici e industriali provenienti da nove Paesi".
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