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Attualità martedì 24 settembre 2024 ore 07:00

Stop ai drastici tagli boschivi nel Litorale

Le associazioni ambientaliste, in maniera congiunta, esprimo perplessità sui tagli in corso e chiedono di ripristinare le vie antincendio al Tombolo



PISA — Sono contrari alle modalità con cui vengono effettuati i tagli boschivi nel litorale pisano. In particolare si scherano contro “il taglio a raso che – dicono - eliminando anche la vegetazione autoctona, nuoce gravemente alla biodiversità di flora e fauna e al paesaggio costiero che caratterizza i centri abitati del litorale”. 

Le associazioni Amici della Terra Versilia, Comitato Difesa degli Alberi Pisa, Italia Nostra sezione di Pisa, La Città Ecologica e WWF Alta Toscana, sono insomma perplesse sull'andamento del percorso concordato nei mesi precedenti. “In occasione dell’incontro di Luglio, ci fu spiegata la necessità del diradamento di una particella di pino marittimo giovane, che da oltre 12 anni non veniva sottoposta ad alcun intervento colturale: le piante, ormai troppo fitte, dovevano essere sfoltite, per limitare l'infestazione del noto parassita Matsucoccus feytaudi , e le piante attaccate devono invece essere bruciate o eliminate con metodi ecocompatibili individuati dai servizi fitosanitari regionali”. 

Ma da quel primo punto, qualcosa è cambiato. “Contrariamente a quando concordato con i tecnici della Regione, del Comune e del Parco – spiegano - sull'effettuare un diradamento manuale, abbiamo notato dei tagli a raso con mezzi meccanici per l’esbosco. Una metodica che provoca l'impoverimento del suolo per erosione e il brusco cambiamento delle condizioni microclimatiche, impedendo l’avvio di quei processi che dovrebbero gradualmente trasformare l’attuale pineta in lecceta, obiettivo che sembrava condiviso da tutti i partecipanti. Inoltre tagli così drastici sarebbero stati da evitare anche per limitare la diffusione della cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), parassita del pino domestico (Pinus pinea) e non solo, come richiesto dal piano fitosanitario della Regione Toscana”. 

E non solo. Secondo le associazioni “la situazione – aggiungono - è resa ancora più precaria dalle fasce parafuoco previste a ridosso dei centri abitati del litorale e dei campeggi. Sull’efficacia di questo tipo di prevenzione già esistevano dubbi nei manuali forestali degli anni Cinquanta. In questi testi infatti si sosteneva che “il pericolo incendi viene attenuato facendo ricorso ad appropriati mezzi di segnalazione e spegnimento del fuoco”: “mezzi” che in questi anni hanno dato ottimi risultati. Chiediamo dunque con forza di investire tempo e denaro nel ripristino delle vie d’accesso antincendio già presenti nella tenuta di Tombolo e nel potenziamento delle squadre antincendio, azioni che ci hanno visto finora all’avanguardia, incrementando sorveglianza, informazione e responsabilizzazione dei residenti, dei bagnanti e dei turisti”.


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