Cronaca martedì 30 gennaio 2018 ore 10:51
In un mese 4 furti, l'indignazione di una figlia
Ladri nel ristorante e nell'abitazione di un noto imprenditore pisano. La figlia, con una lettera su Facebook, si chiede dove sia lo Stato
PISA — Sono parole di frustrazione, smarrimento e indiganzione quelle che ha messo nero su bianco Elena Bibbiani, raccontando dei furti subiti dal padre in casa e al ristorante, nel centro di Pisa. Di seguito la sua lettera.
Caro Stato italiano,
ti scrivo perché sto vivendo una situazione
insostenibile e non ho altre “armi” se non chiedere spiegazioni a te
che, in quanto cittadina, dovresti tutelarmi, proteggermi, indicarmi
soluzioni.
Dov'eri la mattina in cui è squillato il telefono di mio
padre e gli hanno comunicato che avevano sfondato la vetrina del suo
ristorante? È corso sul posto ed ha trovato il ristorante a soqquadro,
hanno arraffato tutto quello che potevano.
Mi risponderai che può capitare dopotutto è impossibile presidiare tutto il territorio.
Quindi ti chiedo dov’eri quando il mese dopo è successo di nuovo?
Sai Stato, forse non consoci mio padre, è un uomo di 70 anni, un
lavoratore, svolge la sua attività con passione da una vita, con febbre
alta, malanni (non ricordo di averlo visto mai a casa per malattia, ma
questo è un altro discorso) il ristorante è il suo gioiellino e diverse
persone lavorano per lui, dunque andrebbe tutelato, non trovi? Potresti
cercare delle soluzioni?
Forse risponderai che ci stai provando ma che alla fine può succedere.
E mio padre, preoccupato, ha cercato di affrontare la situazione e ha continuato a lavorare confidando in te.
Ma ti chiedo dove diavolo eri quel giorno in cui, dopo appena due
settimane, sono entrati in casa dei miei genitori? Sai non era notte ma
un pomeriggio qualunque. hanno rovistato dappertutto, svuotato cassetti,
gettato mobili a terra, messo a soqquadro la casa. Hanno rubato tutto,
valori materiali, i ricordi di una vita, i loro anelli di fidanzamento,
l’anello che mio nonno regalò a mia mamma prima di morire, orologi,
cose materiali che hanno un valore anche morale ma soprattutto hanno
derubato i miei genitori del sonno e della serenità…
Dov'eri quando
mio padre mi ha telefonato per dirmelo e questa volta non è riuscito a
camuffare la voce, una voce rotta, distrutta, disarmata, disperata…
Dov'eri?
Mi risponderai che sono venute le forze dell’ordine. È vero
e, ci tengo a dirlo, sono stati molto disponibili, competenti e
gentili. Ma credimi anche loro sono parsi disarmati… denuncianti una
deriva che non ha fine. Perché se è solo furto e non rapina dopo poco
sono di nuovo fuori…..
Sai caro stato, non sono tanto arrabbiata per
tutto ciò che mi hanno sottratto o perché hanno frugato indisturbati
nei miei vestiti, nelle mie foto, eppure ne avrei ben d’onde, ma sono
infuriata per quello che stanno passando i miei genitori, non lo
accetto. Non mi arrendo. Non posso essere felice che non fossero in casa
perché sennò poteva andare peggio…
No, caro stato. Stai disattendendo il tuo compito, forse il principale, dare sicurezza ai cittadini.
A questo punto probabilmente mi risponderai che è vero non dovrebbe
succedere,accampando scuse e dando finte speranze. Mi rassicurerai
affermando che tu ci sei, sei presente.
Ebbene non ti credo più.
E ti chiedo dov’eri quando dopo appena due giorni dall’ultimo furto
sono entrati di nuovo al ristorante? Questa volta hanno rotto un’altra
vetrina.
Quattro furti in due mesi.
Ho chiamato mio padre che a
fatica cercava di rialzare la testa ma ha ricevuto l’ennesima mazzata, e
l’ho sentito disperato chiedermi: come facciamo???
Mi sono sentita impotente.
Te lo chiedo di nuovo. DOV'ERI?
E stavolta starai in silenzio, non accamperai scuse.
Cercherai una soluzione.
Perché mi devi una risposta.
Aspetto.
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