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Attualità venerdì 22 maggio 2015 ore 15:25

Sguardi, gesti e movimenti per imparare una lingua

Belinda Crawford

Un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa analizza i segnali non verbali della comunicazione per un nuovo approccio alla didattica



PISA — Sfruttare i segnali non verbali, come gli sguardi, i gesti e i movimenti corporei, per un insegnamento più efficace delle lingue straniere anche con il supporto di materiale audiovisivo. E' l’obiettivo di una ricerca condotta all’università di Pisa che, con un approccio multimodale, mira a valorizzare nella didattica le risorse non linguistiche che accompagnano la comunicazione. 

Il punto su questo filone di studi è stato fatto a Pisa in occasione di un workshop che si è svolto presso il dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica, organizzato da Belinda Crawford, docente di Lingua inglese dell’Ateneo pisano, che coordina l’Unità di ricerca sui Corpora istituita recentemente al Centro Linguistico di Ateneo alla quale partecipano Silvia Bruti, Veronica Bonsignori, Gloria Cappelli, Silvia Masi, Sabrina Noccetti e Daniele Franceschi.

"Sulla scia dei profondi cambiamenti nel nostro modo di comunicare, che vede l’utilizzo di mezzi digitali sempre più sofisticati – spiega la professoressa Crawford - negli ultimi anni c’è stato un interesse crescente nella multimodalità non solo come tema di ricerca in vari contesti discorsivi, ma anche come approccio perrendere più efficace la didattica nell’ambito dell’insegnamento delle lingue. Attraverso l’uso dei materiali multimodali che catturano la comunicazione autentica e contestualizzata, gli apprendenti possono acquisire solide competenze linguistiche e pragmatiche, sfruttando segnali sia verbali sia non verbali".

Grazie allo sviluppo progressivo della comunicazione digitale, le risorse multimodali e multimediali che forniscono un input autentico, attuale e anche di grande appeal per gli studenti sono sempre più numerose. Basta pensare a video clip estratti da film, serie televisive, documentari, reality show o ai video disponibili sui siti dei media di informazione come la BBC o la CNN; oppure le OpenCourseWare lectures, lezioni universitarie disponibili gratuitamente tramite internet, come gli Yale Open Courses; o anche i TEDTalks, brevi conferenze su una vasta gamma di argomenti in varie discipline.

«Per fare un esempio – aggiunge la professoressa Crawford – per aiutare gli studenti a comprendere il significato del verbo frasale “crowd out” (escludere con forza) utilizzato durante una conferenza TedTalk, possiamo focalizzare l'attenzione sul gesto che accompagna le parole, cioè un movimento ampio del braccio verso l'esterno, che rappresenta visivamente il concetto a livello sia iconico sia metaforico. A livello della comprensione, la capacità di sfruttare i segnali non verbali è particolarmente importante quando l’input linguistico contiene elementi che spesso creano ostacoli, come espressioni idiomatiche, l’uso dell’umorismo, metafore, strategie retoriche che caratterizzano diverse situazioni comunicative e ambiti discorsivi».

La ricerca si colloca nelle recenti iniziative promosse dal Centro Linguistico di Ateneo che comprendono il Progetto Cap (Corpora audiovisivi plurilingui per lo sviluppo di percorsi didattici in autoapprendimento) el’accordo recentemente stabilito con il Centro Linguistico dell'Università di Berkeley, in California, per la collaborazione allo sviluppo della Berkeley Language Center Library of Foreign Language Film Clips (LFLFC).


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