Le montagne di Zhangjiajie, il paradiso di Avatar
di Blue Lama - domenica 15 settembre 2024 ore 00:05
Le chiamano le montagne di Avatar perchè avrebbero ispirato a James Cameron le montagne volanti nel suo mitico film del 2009. Ma, anche se non fosse vero, sono uno luoghi più straordinari del pianeta, di quelli talmente belli che, come ci metti piede, entri in connessione con il resto del creato e ti senti felice solo perchè sei lì.
Il Parco forestale nazionale di Zhangjiajie-Wulingyuan, in Cina, provincia di Hunan, è un paradiso terrestre di 48 chilometri quadrati, disseminato di scogliere di arenaria che l'azione del vento e della pioggia hanno trasformato, dopo milioni di anni, in stupefacenti pinnacoli, tappezzati di vegetazione.
Oggi questi pilastri si ergono dalla foresta pluviale fino a 200 metri di altezza. Nel 1982 il governo cinese li ha dichiarati zona protetta e, dieci anni dopo, l'Unesco li ha inseriti nel patrimonio dell'umanità.
Mio marito ed io siamo arrivati a Zhangjiajie il 31 Agosto scorso e ci siamo rimasti fino al 4 Settembre ma avremmo potuto restarci per due settimane d fila e non sarebbero bastate per esplorare tutte quelle meraviglie. I posti che siamo riusciti a visitare lì abbiamo però raggiunti in autonomia, senza guide e destreggiandoci con le mappe fornite dall'hotel e dalla direzione del Parco, tutte in doppia lingua, per carità, ma con le scritte in inglese talmente piccole che è quasi impossibile leggerle senza una lente di ingrandimento.
Ecco quindi una serie di informazioni pratiche che magari, se deciderete di andare a Zhangjiajie, vi potranno tornare utili.
Prima di tutto le zone naturalistiche da visitare sono tre:
1) il vero e proprio Parco forestale di Zhangjiajie-Wulingyuan, ripartito fra l'area del Monte Tianzi, l'area di Yuanjiajie e l'area Yangjiajie (attenzione, questi due nomi sono molto simili ma indicano posti diversi);
2) l'area del Gran Canyon di Zhangjiajie dove si trova anche un Ponte di vetro sospeso a 300 metri di altezza;
3) il Monte Tianmen con il suo santuario.
Seconda avvertenza: l'aeroporto e la stazione dei treni dell'alta velocità si trovano a Zhangjiajie City e nelle vicinanze c'è solo il Monte Tianmen (8 chilometri).
Il Parco forestale Zhangjiajie-Wulingyuan si trova invece nel sobborgo di Wulingyuan, a 30 chilometri di distanza da Zhangjiajie City.
Il Gran Canyon e il Ponte di Vetro sono a 20 chilometri da Wulingyuan e quindi a 50 chilometri da Zhangjiajie City.
Dovendo scegliere dove soggiornare, regolatevi: alloggiando come noi in uno dei tanti alberghi del sobborgo di Wulingyuan avrete il vantaggio di poter andare a piedi fino all'East Gate, l'ingresso principale del Parco forestale; ma poi, per arrivare fino al Monte Tianmen o al Ponte di vetro sul Gran Canyon, dovrete prendere un autobus pubblico o un taxi privato.
Nelle prossime settimane vi darò maggiori dettagli sul Monte Tianmen e sul Gran Canyon mentre oggi vi parlerò del posto che più degli altri mi è entrato nel cuore: il Parco forestale di Zhangjiajie-Wulingyuan.
Come vi ho già detto, è suddiviso in tre aree: Monte Tianzi, Yuanjiajie e Yangjiajie, tutte splendide, attrezzatissime e collegate fra loro da piccoli bus elettrici che le percorrono in lungo e in largo con frequenti fermate. Anche i tre ingressi del Parco (East Gate, South Gate e Southeast Gate) sono collegati fra loro tramite autobus. Può capitare di entrare da uno e di uscire da un altro ma alla fine, con i bus, si può sempre tornare davanti all’East Gate, nel centro di Wulingyuan.
Per raggiungere le parti apicali dei rilievi ci sono invece quattro cabinovie e un ascensore a vetri chiamato Bailong. L'impatto di queste strutture sull'ambiente circostante? Nè più nè meno quello delle funivie sulle nostre Dolomiti.
Per quanto riguarda i percorsi pedonali, tutti i sentieri sono tenuti in modo ottimale e, ad ogni bivio, un cartello in doppia lingua segnala la direzione e la distanza fino alla tappa successiva (ma la lunghezza totale di ogni trekking è riportata solo nei cartelli iniziale e terminale, quindi fateci caso).
Indicativamente, dall’East Gate si raggiungono più rapidamente il Monte Tianzi, l’ascensore Bailong e Yuanjiajie; dal Southeast Gate si arriva direttamente all’ascensore Bailong; il Southgate porta dritto a Yangjiajie. Ma tutte le zone sono interconnesse e quindi, entrando dall’East Gate, si può perlustrare l’intero parco, alternando pulmini, cabinovie e tratti a piedi. Lo schema é sempre lo stesso: una volta scelto il settore da visitare, si sale sul primo bus elettrico in partenza per quella destinazione e si scende all'ultima fermata. Poi si cominciano a seguire i cartelli che, in successione, indicano la cabinovia corrispondente, i sentieri per tornare a valle, i punti panoramici, le coincidenze con i bus per le altre attrazioni. L'insieme è organizzato in modo da essere comprensibile in modo intuitivo: con un minimo di applicazione e di pazienza, si raggiunge qualunque meta e si completa qualunque giro.
Nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti cinesi così come nei musei e nei siti storici, i biglietti di ingresso sono ormai solo virtuali e associati al documento di identità del visitatore: dopo l'acquisto basta appoggiare il proprio documento su un lettore e si entra, senza l'obbligo di mostrare tagliandi cartacei o QRcode.
Nel parco di Zhangjaijie-Wulingyuan è in vigore addirittura il riconoscimento facciale: il nostro biglietto di ingresso (30 euro circa per tre giorni) e quello per le cabinovie e l'ascensore Bailong (altri 30 euro) sono stati associati in automatico al nostro passaporto, foto compresa. Da quel momento in poi, ogni volta che abbiamo preso una cabinovia o un bus elettrico, è bastato affacciarsi sullo scanner per far scattare il riconoscimento facciale e il via libera.
Eccesso di controllo? Non direi, anzi... mio marito ed io, nel nostro ruolo di viaggiatori, abbiamo vissuto questa sorta di schedatura come un esempio di tecnologia che semplifica - parecchio - la vita, responsabilizza i cittadini e aumenta la sicurezza pubblica. Progresso virtuoso insomma. E comunque, a mio avviso, essere apertamente controllati in alcune circostanze dallo Stato è sempre meglio che essere spiati da aziende privatissime come le multinazionali dei social network o dei motori di ricerca, che possono accumulare fantastiliardi di dollari con i dati personali di utenti inconsapevoli.
Concludo con un consiglio per visitare il Parco di Zhangjiajie-Wulingyuan quando si hanno, come è accaduto a noi, solo due giorni a disposizione.
Primo giorno: ascensore Bailong, Yuanjiajie, villaggio Huangshi - Entrate dall'East Gate, prendete il pulmino per l'area più spettacolare, quella di Yuanjiajie, e salite subito sull'ascensore Bailong. Una volta in cima, seguite il bel sentiero che si snoda fra balconate e ponti fino al capolinea di un altro bus che vi porterà alla passerella delle Avatar Halleluja Mountains.
Passeggiare con calma su questo camminamento a picco sul vuoto, di fronte a centinaia di guglie di pietra uniche al mondo, è come sorvolare gioiosamente un universo parallelo che riserva continue sorprese. Una di queste é il Bridge n.1, un ponte naturale che conduce a un tempio. Quando, dopo una curva, me lo sono ritrovato davanti, sospeso nell’aria al di sopra di un baratro color smeraldo di cui non si vedeva il fondo, sono rimasta senza parole. Nessun panorama mi ha mai emozionato così tanto.
Superato il Bridge n.1, con una breve passeggiata si arriva al capolinea di un pulmino che vi porterá fino alla stazione superiore della cabinovia di Yuanjiajie (a mio parere il tratto ‘aereo’ più bello del parco). Tornate a valle con quella e poi prendete il bus per la cabinovia che sale al villaggio di Huangshi, dove inizia un percorso ad anello molto facile con altri fantastici affacci.
Secondo giorno: Monte Tianzi - Dall'East Gate prendete il bus per la stazione di partenza della cabinovia che sale sul Tianzi fra nuovi, imponenti pinnacoli. Una volta in cima, avrete a disposizione due sentieri principali per tornare a valle e quindi alla strada dove passano i bus, di lunghezza variabile dai 7 ai 10 chilometri a seconda delle diramazioni e dei punti di osservazione che si vogliono toccare. Quello più lungo comprende nella parte finale la Ten Mile Natural Gallery, percorribile anche a bordo di un trenino panoramico i cui binari corrono alla base dei pinnacoli. L'altro, leggermente più breve e poco frequentato, passa sotto un suggestivo arco di roccia, sfiorando a più riprese le pareti verticali della montagna.
In entrambi i casi si tratta di scendere infinite scalinate all'ombra una foresta sontuosa, popolata di scimmie e di rapaci. Per arrivare in fondo ci vogliono dalle tre alle cinque ore ed è abbastanza faticoso. Ma perdersi è impossibile e quando, giunti al traguardo, si volge un ultimo sguardo verso quel trionfo della natura che abbiamo appena attraversato, la stanchezza scompare e resta, per sempre, solo l'incanto.
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Blue Lama