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Attualità mercoledì 12 febbraio 2025 ore 11:52
L'artigianato pisano resiste alla crisi

Con oltre 9.800 imprese attive nel 2024, il settore tiene nonostante la flessione. Crescono costruzioni e servizi alla persona
PISA — Il comparto artigiano della provincia di Pisa mostra segni di tenuta in un contesto economico difficile. Con 9.825 imprese attive, il settore rappresenta il 23,9% delle attività registrate, un dato leggermente inferiore alla media regionale, ma superiore a quella nazionale. Sebbene si registri una flessione dello 0,1% rispetto al 2023, con un saldo negativo di 13 unità, l’artigianato pisano resiste meglio rispetto ad altre aree della Toscana.
Negli ultimi dieci anni, il numero di imprese artigiane è diminuito del 7,6%, con 812 unità in meno, un dato che si avvicina alla contrazione generale del tessuto imprenditoriale locale (-6%). Tuttavia, il settore mantiene un peso significativo nell'economia provinciale, con una forte incidenza nei settori delle costruzioni (3.910 imprese, +0,6%), della riparazione di macchinari (+4,9%) e della cura del paesaggio (+0,7%).
“Questi numeri, seppur in un contesto di stagnazione - afferma Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest - evidenziano l'importanza dell'artigianato per il tessuto economico delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa. Nonostante le complesse sfide contemporanee e le turbolenze geopolitiche e di mercato, l'imprenditoria artigiana continua a rappresentare un elemento fondamentale per lo sviluppo locale, contribuendo in modo significativo all'economia e, per sua peculiarità, alla cultura di queste aree.”
Le imprese individuali, che rappresentano il 73% del totale, hanno mostrato un lieve incremento dello 0,3%, mentre le società di persone hanno registrato un calo del 2,3%. In controtendenza, crescono le società di capitali (+0,5%), grazie alla diffusione delle Srl semplificate.
Il settore dei servizi ha mostrato andamenti contrastanti: le attività di pulizia generale degli edifici sono aumentate del 4,5%, così come il comparto del benessere (+0,9%), mentre autoriparatori (-1,4%) e trasporto merci su strada (-4,6%) hanno registrato cali significativi. La panificazione e pasticceria (-0,8%) e la fabbricazione di mobili (-2,8%) hanno subito un lieve ridimensionamento, penalizzate dai cambiamenti nei consumi e dalla concorrenza della grande distribuzione.
A livello territoriale, le aree più dinamiche restano l’Area Pisana (3.675 imprese) e la Val d’Era (3.194 imprese), mentre segnali di contrazione emergono nel Valdarno Inferiore e nella Val di Cecina.
Michele Bufalino
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