Attualità martedì 28 ottobre 2025 ore 16:00
Alle prese con la paradontite anche gli etruschi

La ricerca dell’Unipi, delle Università di Zurigo e Basilea sulla dieta e problemi dentali nell’Italia preromana, è uscita sul "Journal of Proteomics"
PISA — Le popolazioni etrusche e sannite dell’Italia preromana soffrivano di parodontite, una grave infiammazione delle gengive, risultato non solo di scarsa igiene orale, ma anche di abitudini alimentari. È questo quanto emerge da una ricerca dell’Università di Pisa svolta in collaborazione con le Università di Zurigo e Basilea e pubblicata sul "Journal of Proteomics".
“Il primo millennio a.C. rappresenta un periodo complesso nella storia dell’Italia, caratterizzato da importanti trasformazioni socioeconomiche tra le comunità preromane - ha spiegato Giulia Riccomi, ricercatrice dell’Università di Pisa e prima autrice dello studio - e l’emergere di strutture sociali sembra riflettersi in un accesso differenziale alle risorse alimentari, con élite che disponevano di una maggiore quantità di carne, mentre le classi non privilegiate basavano la loro dieta prevalentemente sui carboidrati, situazione che in entrambi casi sembra aver favorito l’insorgere di patologie orali che oggi consideriamo tipiche della modernità”.
La ricerca ha riguardato i resti osteodentari di 63 individui provenienti da sei necropoli etrusco-sannite, incluse Volterra e Tarquinia, datati tra il tra il VII e il IV secolo a.C. Lo studio della dentizione per individuare i segni lasciati da infiammazione dei tessuti dentali si è accompagnato ad una analisi di paleoproteomica, una tecnica innovativa che permette di estrarre e identificare proteine antiche nel tartaro dentario per avere informazioni sullo stato di salute, la dieta e le infezioni delle persone vissute migliaia di anni fa. I risultati della ricerca mostrano che oltre il 20% della dentizione analizzata presentava segni di parodontite, mentre le analisi biomolecolari condotte su 33 campioni di tartaro dentario hanno rilevato la presenza di proteine specifiche del batterio principale patogeno responsabile della malattia.
"Dal punto di vista metodologico lo studio è una delle poche applicazioni in Italia della paleoproteomica del tartaro dentario antico, reso possibile grazie alla collaborazione con Shevan Wilkin dell’Ancient Protein Laboratory dell’Università di Zurigo. “È davvero entusiasmante vedere studi sulla salute degli individui del passato attraverso l’analisi delle antiche proteine. Penso che questo aspetto della ricerca sarà uno dei principali nuovi filoni della disciplina nei prossimi anni”, ha commentato Wilkin. Il lavoro si inserisce nell’ambito del progetto biennale PROFIT (Pre-Roman Foodways in Italy: an interdisciplinary approach, 2023-2024), finanziato nell’ambito della call Young Researchers MSCA-SoE a Giulia Riccomi e dedicato alla ricostruzione delle abitudini alimentari dell’Italia preromana.
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