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Cultura mercoledì 29 giugno 2022 ore 07:00
La cantata di Salieri sul Gioco del Ponte, una curiosa storia
La musicologa Biancamaria Bigongiali racconta come si è arrivati ad eseguire, forse per la prima volta a Pisa, "La sconfitta di Borea" del 1777
PISA — E' grazie all'iniziativa dell’associazione culturale Vox Humana che giovedì 30 Giugno potranno risuonare - con molta probabilità per la prima volta a Pisa - le note della cantata La sconfitta di Borea di Antonio Salieri, datata 1777 e dedicata al Gioco del Ponte. Il concerto si terrà alle 21 con ingresso gratuito al Giardino Scotto e arriva a conclusione delle celebrazioni del Giugno Pisano, grazie anche al sostegno dell'assessorato alle tradizioni della storia e dell'identità del Comune di Pisa e alla collaborazione con il Cidic, il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura dell'Università di Pisa.
Si tratterà di una prima esecuzione moderna basata sul manoscritto viennese del celebre compositore veneto, la cui edizione critica è stata curata dalla musicologa Biancamaria Bigongiali. I solisti saranno Rachael Jane Stellacci (soprano) e Claudio Mugnaini (basso), con l’Orchestra dell’Università e il Coro “Città di Pisa”, costituito appositamente per l'occasione, diretti dal Maestro Manfred Giampietro.
ll Coro “Città di Pisa” è formato da circa 60 coristi che militano in varie realtà corali del territorio: Vox Humana Ensemble, coro San Francesco, Cappella Musicale della Primaziale di Pisa, Coro del Teatro Goldoni di Livorno, Allievi della classe di Canto del Liceo Musicale “Giosuè Carducci” di Pisa, Corale di Sant'Apollinare. La preparazione del coro è stata curata da Massimo Gelichi, fondatore e direttore del Vox Humana Ensemble e direttore del coro Ludus Vocalis Bonamici.
A raccontare come si è a arrivati a trovare la partitura e a metter su questo concerto davvero unico è Biancamaria Bigongiali, presidente dell'associazione Vox Humana. La cosa curiosa è che la cantata era nota, ma gli studiosi di Salieri fino ad oggi non l'avevano mai collegata al Gioco del Ponte di Pisa. La connessione è arrivata grazie al libro Pisa. Identità e tradizioni scritto dall'archivista Manuel Rossi e pubblicato pochi anni fa da Pacini su iniziativa del Comune di Pisa.
"La cantata La sconfitta di Borea era già conosciuta nel corpus delle produzioni del compositore Antonio Salieri - conferma Bigongiali - ma la mancanza di studi specifici non aveva consentito di comprenderne appieno l’argomento e l’occasione per cui fosse stata scritta. Nel corso di una ricerca sulla nobile famiglia pisana Del Testa, il dott. Manuel Rossi ha approfondito lo studio del rapporto di amicizia tra l’eclettica figura del conte Francesco ed il librettista livornese Giovanni De Gamerra, che tra il 1774 e il 1777 rivestì il ruolo di poeta dei teatri di corte a Vienna: un’amicizia, di cui resta testimonianza nelle epistole intercorse tra i due, resa ancora più salda dalla comune passione per il Gioco del Ponte. In una lettera datata 10 Marzo 1777 De Gamerra annunciava il successo raccolto dalla rappresentazione a Vienna della cantata intitolata La sconfitta di Borea, che egli si pregiava di aver commissionato all’illustre compositore Salieri proprio per omaggiare e diffondere la conoscenza della manifestazione presso la corte austriaca".
Dal testo della cantata sono poi arrivate importanti conferme. "Attraverso un’analisi del testo dell’opera, il cui manoscritto è conservato presso l’Osterreichische Nationalbibliothek di Vienna, il dott. Rossi ha potuto individuare dei precisi riferimenti al Gioco: i riferimenti sono prevalentemente di carattere toponomastico e geografico, a partire dalla citazione della bellicosa Alfea, antico nome della città, definita nobil maestra dell’etrusca palestra, inclita sede del toscano valor. Ma sono chiamati in causa anche i fiumi Arno ed Era ed il mar Tirreno. Ulteriori conferme provengono anche dallo stesso soggetto della composizione, in cui si celebra il trionfo di Austro (termine con cui all’epoca si identificava la parte meridionale della città) a scapito di Borea (la parte settentrionale) dopo una animata battaglia combattuta sul gran ponte".
Come degno frutto di tutte queste ricerche, la voglia di "portare a Pisa" a questa cantata di Salieri è stata grande, anche perché con molta probabilità nella città del Gioco del Ponte non è mai stata eseguita. "Nella già citata lettera del Marzo 1777 - spiega in proposito Bigongiali -, De Gamerra prometteva all’amico Del Testa l’invio di una copia della partitura. Allo stato attuale della ricerca, tuttavia, non sono state individuate fonti o testimonianze in grado di confermare il buon fine della promessa. Pertanto l’esecuzione del 30 Giugno potrebbe effettivamente rappresentare la prima in territorio italiano, e toscano in particolare".
Ma la molla che ha fatto scattare la macchina per mettere in piedi questo concerto è arrivata in piena pandemia, come racconta ancora la musicologa. "Il periodo del lockdown ha rappresentato, per molti professionisti, un momento di stasi delle proprie attività ma ha anche fornito l’occasione per incrementare le proprie conoscenze e migliorare la propria formazione. Nel mio caso l’occasione si è concretizzata con la frequentazione a distanza del Master MaDAMM, Master in direzione artistica e management musicale promosso dall’Istituto Musicale Boccherini di Lucca in collaborazione con l’Università di Pisa. Al momento della scelta dell’argomento per la tesi conclusiva, mi sono ricordata dei risultati della ricerca del dott. Rossi, apparsi nel 2019 in un capitolo del volume Pisa. Identità e tradizioni di Pacini Editore. La prospettiva dell’auspicabile ripresa nel corrente anno delle manifestazioni del Giugno Pisano, interrotte causa pandemia da Covid-19 e la disponibilità del libero accesso alla versione digitalizzata del manoscritto autografo della composizione per la sua trascrizione hanno costituito le favorevoli circostanze che hanno portato alla genesi del progetto della prima esecuzione della cantata in tempi moderni: un’esecuzione “contestualizzata” che fosse in grado di stabilire, o meglio ri-stabilire, la connessione diretta tra la composizione e il soggetto del suo contenuto - la città di Pisa e le sue tradizioni - costituendo la premessa per farne parte integrante del patrimonio culturale cittadino".
"Questa linea di pensiero - conclude Bigongiali - è stata accolta e condivisa dall’Assessorato alle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa, a cui il progetto è stato presentato e che costituisce il soggetto patrocinante dell’iniziativa. Essenziale e preziosa si è rivelata infine la collaborazione con il Cidic – Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura dell’Università di Pisa, che ha reso fattivamente realizzabile il progetto fornendo sia la propria Orchestra diretta dal maestro Manfred Giampietro sia i locali adeguati allo svolgimento delle prove d’insieme. L’Associazione Culturale Vox Humana, di cui sono presidente, figura di fatto come soggetto proponente dell’iniziativa. Ad essa è stata inoltre affidata la direzione artistica. Costituitasi nel 2020 per volontà di un gruppo di amici accomunati dalla passione per la musica ed il canto corale in particolare, l’Associazione ha tra gli obiettivi in statuto la valorizzazione del territorio e delle tradizioni attraverso la proposizione di eventi con il coinvolgimento delle realtà artistiche locali.
Per quanto riguarda le caratteristiche musicali, quelle originarie e l’arrangiamento, Bigongiali segnala che "la cantata ha carattere celebrativo e pertanto presenta una struttura più ampia rispetto alla settecentesca cantata profana da camera (di solito per 1 o 2 voci con accompagnamento di orchestra da camera o basso continuo). L’organico prevede infatti 2 voci soliste (soprano e basso), coro a 4 voci, orchestra (2 corni, 2 trombe, 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 violini, viola, timpani, bassi.). La struttura è articolata in 18 numeri, con alternanza di brani strumentali, recitativi, arie e cori".
Riguardo alla stesura del libretto, "De Gamerra tenne ben presente sia le convenzioni letterarie dell’epoca sia l’intento persuasivo nei confronti della corte viennese che intendeva perseguire. Pertanto la trama celebra, all’interno di una cornice mitologica, la vittoria de l’Austro vincitor (chiaro riferimento alla nazione della casa regnante) su Borea superbo costretto a piegarsi di fronte al potente avversario. Il racconto si sviluppa soprattutto nei recitativi intonati dai due personaggi Fileno ed Eurilla: entrambi entrano in scena quando il combattimento si è già svolto ed entrambi gioiscono e partecipano al trionfo della parte vittoriosa. I momenti dialogici loro affidati contengono dei dettagli che permettono di contestualizzare storicamente le vicende narrate: mi piace citare ad esempio uno scambio in cui Eurilla chiede a Fileno il nome del combattente che più si è distinto nella battaglia e Fileno risponde indicando nel valoroso Zotta l’eroe che ha condotto la parte australe alla vittoria. Il nome, o meglio il soprannome, appare chiaramente estraneo al contesto classicheggiante in cui la vicenda è calata ed infatti è riferito ad un portuale livornese dotato di straordinaria forza che all’epoca godeva di chiara fama proprio per le sue prove di forza come combattente della parte australe".
Il concerto è stato presentato a palazzo Gambacorti dall’assessore alle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa Filippo Bedini, dal maestro Manfred Giampietro, dalla professoressa Maria Letizia Gualandi dell’Università di Pisa, da Massimo Gelichi e, ovviamente, da Baincamaria Bigongiali dell'associazione Vox Humana.
“Siamo davvero felici – queste le parole dell’assessore Bedini - di chiudere in bellezza il Giugno Pisano della ripresa, come è stato quello di quest’anno, con un concerto che ha un rilievo a livello culturale davvero straordinario nella storia delle tradizioni storiche a Pisa. E’ il frutto di un percorso iniziato quattro anni fa dalla nostra Amministrazione, con la pubblicazione del libro “Pisa identità e tradizioni”, che conteneva, come fiore all’occhiello, il capitolo intitolato “Tra Pisa e Vienna. Note per una cantata di Antonio Salieri sul Gioco del Ponte”. Un contributo per l’approfondimento della storia del Gioco del Ponte che nasce dal lavoro dell’archivista Manuel Rossi, che ha scoperto alla Biblioteca Nazionale di Vienna la composizione inedita di Salieri del 1777 dedicata alla battaglia del Gioco pisano”.
“Una testimonianza plastica – ha aggiunto Bedini - di come, nella seconda metà del Settecento, il Gioco non fosse soltanto partecipato a Pisa, ma fosse anche conosciuto ed evidentemente apprezzatissimo in una delle principali città culla della cultura europea quale all’epoca era Vienna. Essere riusciti ad arrivare alla prima esecuzione in tempi moderni de “La sconfitta di Borea” è un’enorme soddisfazione: si chiude nel migliore dei modi un cerchio iniziato col il volume “Pisa identità e tradizioni” e si dà lustro al Gioco con un evento musicale di altissimo livello. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato: Manuel Rossi, senza il quale il progetto non sarebbe neanche nato, Biancamaria Bigongiali e Massimo Gelichi, senza i quali non avrebbe preso corpo il concerto e che ringrazio per il grande impegno che ha permesso addirittura di dar vita ad un coro appositamente creato per l’occasione (il Coro della Città di Pisa), l’Università di Pisa e in particolare la professoressa Maria Letizia Gualandi e il maestro Manfred Giampietro, senza la cui collaborazione, disponibilità e interesse non saremmo arrivati in fondo”.
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