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Politica domenica 24 luglio 2022 ore 15:15

"Ennesimo atto di militarizzazione del centro"

Palazzo Gambacorti a Pisa

Da Una Città in Comune arrivano critiche all'ordinanza che dispone la possibilità di chiusura di piazze e spazi per esigenze di salute pubblica



PISA — L'ordinanza sulla movida finisce nell'occhio del ciclone. A contestarne i fini e le modalità è il consigliere di minoranza Ciccio Auletta di Una Città in Comune.

"A partire dal 15 Luglio il sindaco ha decretato la cessazione delle attività commerciali di vendita alimentare e di alcolici nel centro storico dall'una di notte alle sei del mattino. Non solo: nell'ordinanza si prevede che in casi di eccessivo affollamento di piazze e spazi pubblici, al fine di tutelare la salute e l’incolumità delle persone, il personale delle forze di polizia in servizio ha la facoltà di procedere alla momentanea chiusura della piazza - ha spiegato - con la scusa della salvaguardia della salute pubblica, si fa passare l'ennesimo atto di militarizzazione del territorio".

"È evidente che il Covid non ha niente a che fare con questa decisione e che non è alcuna logica sanitaria a spingere il Comune a permettere alla polizia di chiudere le piazze a proprio piacimento - ha aggiunto - negli anni la repressione della socialità serale è stata progressivamente sempre più severa. In una città in cui gli spazi di aggregazione non esistono più e in cui ai giovani non vengono offerti luoghi e attività in cui incontrarsi e divertirsi liberamente, si decide per inasprire ulteriormente il controllo e l'oppressione".

"Sfruttare come pretesto il Covid per chiudere forzatamente spazi pubblici è inaccettabile - ha continuato - crediamo che, a maggior ragione a seguito di questi due anni di pandemia, abbiamo bisogno che gli spazi della nostra città vengano nuovamente attraversati da tutte e tutti, perché vogliamo che le piazze tornino ad essere ripopolate con la socialità che tradizionalmente ha accolto studentesse e studenti di tutta Italia".

"In questi anni abbiamo assistito a una vera e propria desertificazione da parte della amministrazione - ha concluso - quando servirebbe, invece, un Comune che promuova maggiori iniziative culturali, mettendo a disposizione nuovi luoghi di aggregazione, e che all'interno di quegli spazi di socialità spontanea, come le piazze, si incentivassero attività di consumo critico, di prevenzione e riduzione del danno".


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