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Attualità giovedì 12 giugno 2025 ore 15:08
Opposizioni all’attacco dopo l’uscita da Sds

La scelta del Comune di Pisa fa infuriare le minoranze, “Grave rottura di un modello solidale, nessuna alternativa credibile”
PISA — L’approvazione in consiglio comunale della delibera con cui la giunta Conti ha sancito l’uscita del Comune di Pisa dalla Società della Salute ha provocato una reazione dura e compatta da parte delle opposizioni. Da “scelta ideologica e isolazionista” a “rottura grave senza alternative chiare”, i toni sono stati netti e accesi.
Per Ciccio Auletta, di Diritti in Comune, si tratta di “una pura operazione di Palazzo, autoritaria e priva di trasparenza”, che non offre alcuna visione per la futura gestione dei servizi. “Abbiamo chiesto un confronto vero, abbiamo presentato una nostra proposta per rafforzare la Sds, ma la maggioranza ha scelto il silenzio. Il rischio ora è lo smantellamento dei servizi pubblici e la loro esternalizzazione, con conseguenze pesanti per chi lavora e per le fasce più fragili”.
Dello stesso tenore l’intervento di Luigi Maria Sofia (Sinistra Unita per Pisa – AVS), che parla di “una delle peggiori decisioni prese da questa amministrazione. Con un tratto di penna si distrugge un modello integrato e cooperativo, costruito in anni di lavoro tra istituzioni. Non c’è un piano, non c’è ascolto, non c’è trasparenza”.
Anche il gruppo de La Città delle Persone ha espresso forte contrarietà alla scelta. I consiglieri Paolo Martinelli ed Emilia Lacroce hanno presentato tre ordini del giorno per salvaguardare la continuità dei servizi per le fasce più deboli: persone senza fissa dimora, anziani, disabili, minori in difficoltà. “Una scelta gravissima – hanno dichiarato – che rompe un sistema funzionante senza alcuna alternativa pronta. Con i nostri atti chiediamo impegni chiari: nessun taglio ai fondi, nessuna perdita di competenze, nessun passo indietro nei servizi”.
Il consiglio si è chiuso dopo una lunga maratona, ma per le opposizioni la battaglia è appena iniziata. “Non lasceremo che questa scelta cali nel silenzio – ha concluso Auletta –. A pagare sarebbero le persone più fragili della città, rese invisibili da un’operazione frettolosa e sbagliata”.
Michele Bufalino
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