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Attualità giovedì 20 marzo 2025 ore 16:30

Ossigeno nella galassia più antica scoperta

Una ricerca della Scuola Normale conferma la presenza di elementi pesanti su JADES-GS-z14-0, la galassia più lontana mai osservata



PISA — L’Universo giovane potrebbe essere stato molto più maturo di quanto si pensasse. Questo è il risultato di uno studio condotto da un team di astrofisici della Scuola Normale Superiore di Pisa in collaborazione con l’Osservatorio di Leida, nei Paesi Bassi. Grazie ai radiotelescopi di ALMA, situati nel deserto di Atacama in Cile, è stata rilevata la presenza di ossigeno in JADES-GS-z14-0, la galassia più lontana mai individuata, formatasi appena 300 milioni di anni dopo il Big Bang.

La scoperta, pubblicata su Astronomy & Astrophysics, mette in discussione l’idea che le prime galassie fossero costituite soltanto da idrogeno ed elio, confermando invece che già nelle primissime fasi della vita dell’Universo esistevano elementi più pesanti.

Finora si pensava che l’Universo fosse ancora troppo giovane per avere galassie ricche di elementi pesanti. Tuttavia i dati ci indicano che JADES-GS-z14-0 contiene 10 volte più ossigeno del previsto” ha spiegato Stefano Carniani, cosmologo della Scuola Normale e autore principale della ricerca.

Secondo Sander Schouws, co-autore dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal, la galassia si sarebbe formata e sviluppata molto più velocemente di quanto ipotizzato fino ad oggi. “È come trovare un adolescente dove ti aspetteresti solo bambini” ha affermato il ricercatore, sottolineando la velocità di evoluzione di JADES-GS-z14-0.

Grazie ai dati raccolti da ALMA, i ricercatori sono riusciti anche a misurare con estrema precisione la distanza della galassia, riducendo l’incertezza a solo lo 0,005%, un livello di accuratezza mai raggiunto prima nello studio dell’Universo primordiale. “Ora sappiamo con maggiore certezza quanto lontano si trova questo agglomerato di stelle, e questo ci permette di comprendere meglio come si evolve l’Universo” hanno spiegato Eleonora Parlanti e Giacomo Venturi, astrofisici della Normale.

Andrea Ferrara, coordinatore del Gruppo di Cosmologia alla Normale, ha evidanziato l’importanza di questi dati per le future simulazioni. “Questa scoperta diventerà un punto di riferimento per le prossime ricerche, aprendo nuove domande sulla chimica delle prime galassie” conclude.


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