Attualità sabato 19 ottobre 2024 ore 15:55
Parità di genere, certificazione per l'Aoup
L'Aou pisana termina le procedure con un punteggio di eccellenza: è tra le prime aziende ospedaliere - universitarie in Italia
PISA — Con un punteggio di eccellenza si è concluso oggi presso l’Azienda ospedaliera-universitaria pisana l’iter per la certificazione del sistema di gestione per la parità di genere. L’Aoup è tra le prime aziende ospedaliero-universitaria in Toscana e una delle prime in Italia a portare a termine l’ultimo passaggio necessario per ottenere il riconoscimento della certificazione di genere, che avverrà nelle prossime settimane con l’emissione del certificato. Un risultato che, insieme al percorso analogo della Asl Toscana sud est, consolida il ruolo della Toscana in questo ambito.
Dall’analisi dei gap e dall’esame delle possibili soluzioni da applicare alla gestione delle risorse umane, alla crescita e inclusione delle donne in azienda, all’equità remunerativa per genere, alla tutela della genitorialità e alla conciliazione vita-lavoro.
L’Aoup ha illustrato al team dei verificatori tutte le azioni di cambiamento e miglioramento messe in atto in questi anni, nel rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza, con l’adozione di politiche e misure per favorire l'occupazione femminile, l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro (pari opportunità nell’accesso al lavoro, parità reddituale, pari accesso alle opportunità di carriera e di formazione, la piena attuazione del congedo di paternità in linea con le migliori pratiche europee), la promozione di politiche di welfare misure specifiche a favore delle pari opportunità (uguaglianza formale e sostanziale).
“Questo riconoscimento - conferma il presidente della Regione Eugenio Giani - premia il lavoro lungo e approfondito svolto sui temi dell’inclusione e della valorizzazione di genere. Voglio ringraziare tutta la squadra aziendale che, a partire dalla direttrice generale Silvia Briani, ha saputo indirizzare e valorizzare al meglio le competenze interne. Una volta che l’Azienda avrà ottenuto la certificazione di genere, questo dovrà essere considerato un punto di partenza, ma anche un traguardo all’insegna di equità, rispetto delle diversità, benessere organizzativo, contrasto a ogni forma di violenza e di discriminazione. Anche per questo aspetto il nostro sistema sanitario si conferma un punto di riferimento per tutto il paese”.
L’audit è durato quattro giorni.
“Sono estremamente orgogliosa di questo risultato – dichiara la direttrice generale dell’Aoup Silvia Briani – perché è il frutto dell’impegno collettivo di tutta l’azienda, composta da donne e uomini, nel raggiungimento di una vera parità di genere che è sinonimo di crescita e valorizzazione in qualunque ambito venga declinata, ossia nei percorsi assistenziali ai pazienti e in quelli di funzionamento di tutte le attività e i servizi, senza dimenticare i percorsi di carriera e gratificazione professionale. E’ stata una sfida interessante, tanto più difficile in quanto si tratta di un cambiamento culturale che attiene alla sfera della sensibilità individuale. Quindi bisogna esserne davvero convinti e mantenere alta la convinzione anche nel futuro, tanto più in una realtà altamente professionale come la nostra in cui, più delle procedure, conta l’esempio. Ringrazio pertanto tutti per il grande lavoro e l’impegno profuso in questo percorso del quale sono davvero felice e piena di gioia”.
"Questo percorso che sta giungendo positivamente al termine è un segnale particolarmente significativo dell'approccio culturale e all'innovazione della nostra regione e non possiamo che esserne orgogliosi", commenta soddisfatto l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini.
"Grazie a questo importante risultato si consolida il ruolo della Toscana su una frontiera decisiva per la crescita delle nostra società, quella della lotta ad ogni discriminazione di genere. Da tempo - ha detto la capo di gabinetto e ideatrice de la Toscana delle Donne, Cristina Manetti - stiamo lavorando per un nuovo modello organizzativo che si basi sulla valutazione di impatto di genere, che promuova cultura dell’inclusività e valorizzazione delle diversità".
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