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Attualità lunedì 31 marzo 2025 ore 10:30

Sulle tribune con i detenuti

Al Dream Volley di Pisa un gruppo del “Don Bosco” ha assistito alla Champion Cup: sport e reinserimento sociale vanno a braccetto



PISA — Non erano i soliti tifosi, quelli che venerdì 28 Marzo hanno preso posto sulle tribune del Centro Sportivo Dream per assistere alla partita di Champion Cup Women tra Dream Volley Pisa e Giocoparma Vc Cesena. Tra il pubblico c’erano infatti anche alcuni detenuti e detenute della Casa Circondariale “Don Bosco” di Pisa, ospiti speciali grazie a un progetto promosso dall’Associazione Nazionale Stelle Palme Collari d’Oro al Merito del Coni e del Cip (ANSMeS) e dall’associazione di volontari penitenziari Controluce.

Una presenza eccezionale, nata da un impegno assunto lo scorso 7 Marzo dal presidente di ANSMeS Michele D’Alascio e dal cappellano del carcere Padre Oliviero Cattani, in occasione di un incontro tenuto all’interno della casa circondariale con la partecipazione della pluricampionessa paralimpica Eva Ceccatelli. Ed è stata proprio Ceccatelli, in campo con la maglia della squadra pisana, a trascinare la Dream Volley a una netta vittoria per 3-0 contro le avversarie romagnole, regalando anche ai tifosi speciali una serata di sport e speranza.

“Le attività sportive ha spiegato D’Alasciovanno inserite nel quadro del trattamento rieducativo perché, al pari delle attività culturali e ricreative, contribuiscono alla realizzazione della personalità del detenuto”. Alla base dell’iniziativa, la convinzione che anche la semplice partecipazione da spettatori a eventi come questi rappresenti un’opportunità di apertura, un ponte tra il carcere e la società.

Fondamentale anche il contributo di Controluce, associazione pisana fondata nel 1993 che da oltre trent’anni accompagna persone in esecuzione penale e le loro famiglie nel difficile percorso del reinserimento. A rappresentarla, le volontarie Daniela Conviti, Giulia Piccirilli, Simona Andorlini e Anna Zago.

“Lo sport è un diritto umano – ha concluso D’Alascio – e le istituzioni devono supportare questo tipo di attività per consentire a tutti, senza limiti né barriere, di potervi prendere parte. Anche se solo da spettatori. Come in questo caso”. E quella breve uscita, affidata con serenità ai volontari, è stata vissuta dai detenuti come una vera parentesi di libertà.

Michele Bufalino
© Riproduzione riservata


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