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Attualità mercoledì 16 agosto 2023 ore 10:15

Ranking Arwu, "Pisa vince per due motivi"

Il risultato dell'Ateneo pisano nella classifica mondiale della Shangai Ranking Consultancy ha due spiegazioni per il prorettore Iannaccone



PISA — La notizia della classifica della Academic Ranking of World Universities, stilata dalla Shangai Ranking Consultancy, è stata diffusa ieri, martedì 15 Agosto, e ha visto il piazzamento dell'Università di Pisa tra i primi 200 Atenei nel mondo.

Un risultato che fa esultare l'istituzione pisana, collocata nella fascia tra il 151° e il 200° posto su scala globale e subito dopo La Sapienza di Roma e insieme alle Università di Milano e di Padova.

"Preferisco tra tutti il ranking Academic Ranking of World Universities - ha commentato il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone - perché è basato su dati oggettivi e immutati da venti anni: nessun sondaggio, piccole variazioni nella classifica di anno in anno, trascurabili possibilità di manipolazione. Ha anche tanti difetti, intendiamoci: misura solo la ricerca e favorisce le università più grandi, perché il 90% dei punti vengono dati su valori aggregati".

L'ottimismo, però, non viene meno. "Prima di tutto, il sistema universitario nazionale è forte, tiriamo fuori un po’ di orgoglio. Su 33mila università in tutto il mondo, il ranking classifica le principali 2.500, e di queste 40 tra le prime mille sono italiane, lo stesso numero della Germania, che ha il 40% di popolazione in più e il 65% di PIL in più - ha puntualizzato - dove l’Italia è assente è al vertice, per un sistema di distribuzione delle risorse intenzionalmente poco concentrato". 

"Come fa Pisa, che pure è più piccola delle altre, ad aver ottenuto questo risultato? - ha concluso Iannaccone - due punti: anche grazie alla Normale sono stati studenti dell’Università di Pisa alcuni Nobel e medaglie Fields, come, tra i  più recenti, Alessio Figalli. E poi una produttività scientifica pro capite migliore di chi ci precede in Italia". 

Il ranking ARWU, infatti, è elaborato sulla base di sei indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti o di ricercatori della singola università, il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’Ateneo, le pubblicazioni su Nature & Science, le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale, più un ulteriore indicatore che rapporta i precedenti cinque parametri allo staff accademico, fornendo una sorta di produttività di pro capite.


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