Pisa Sporting Club martedì 15 ottobre 2024 ore 16:53
Daniele Cardelli, due città e un cuore
Il portiere oggi è uno dei protagonisti nel Livorno di Paolo Indiani, ma in passato è stato uno degli 'eroi' del Pisa di Gattuso. L'intervista
PISA — Daniele Cardelli è 'l'uomo delle due città'. Dopo un passato in Serie B con il Pisa di Gattuso oggi fa parte della rosa del Livorno che punta al ritorno tra i professionisti e che si trova in testa al campionato di Serie D.
Cardelli, visto il suo passato in nerazzurro per lei è stato difficile scegliere Livorno?
"No, non ci ho pensato due volte. E' tutto merito di Paolo Indiani, un allenatore che io rispetto molto e con il quale ho avuto un rapporto molto profondo. L'ho avuto sia a Pontedera, sia al San Donato Tavarnelle e non potevo dire di no né a lui, né alla piazza".
Cos'altro ha pesato nella sua scelta di Livorno?
"Venivo da un momento in cui ero stato un anno fermo anche per scelta mia, perché le richieste non erano all’altezza e ho preferito aiutare i miei genitori con il lavoro, allenandomi tutti i giorni. Aspettavo il momento giusto".
Livorno così è stata la grande occasione.
"Esatto, stiamo facendo un bel campionato, la squadra è forte e mi piace. Domenica c'è lo scontro diretto a Siena. Forse la partita non segnerà il campionato, ma è una gara importante e speriamo di poter dare un segnale al torneo".
Cosa è cambiato dall’anno scorso?
"Quest’anno c’è maggiore convinzione e c’è un gruppo molto affiatato. Io stesso con qualcuno ho giocato insieme sia a Pontedera sia a Tavarnelle, da Risaliti a Russo, passando per Brenna, molti li conoscevo già. Per ora ho giocato due partite perché in D c’è anche l’obbligo delle quote, ma io sono sempre a disposizione di Indiani e spero di giocare il più possibile per aiutare la squadra anche da protagonista".
E Pisa? I nerazzurri sono protagonisti in Serie B. Li segue sempre?
"A Pisa sono stato bene e ci ho lasciato un pezzo di cuore. Li ho sempre seguiti anche quando c’era la finale playoff col Monza. Andai a vederla e non nego che un po' ci rimasi male perché c’erano tanti miei amici ed ex compagni che non meritavano di perdere e mi sarebbe piaciuto andassero in Serie A. Forse quest'anno però ci sarà un'altra occasione".
Diventò il portiere del Pisa in una stagione a suo modo storica.
"Pisa ha fatto parte della mia vita in alcuni anni e in dei momenti delicatissimi. Viverli è stato come star lì 10 anni".
Tutti a Pisa ricordano la sua parata contro il Novara e l'abbraccio con Lisuzzo. Cosa c'era dietro quel gesto?
"Quella partita chi se la scorda? Fu una gioia incredibile. Soffrimmo molto e venivamo da un mese in cui il mister non c'era ed eravamo tutti molto uniti. Ci allenammo da soli e non fu facile. Gattuso era la nostra guida, una sorta di padre sportivo. Peccato che poi l'annata sia andata male, ma la città trovò la famiglia Corrado e, anche se quella stagione fu impossibile da rimediare, è stata una fortuna per Pisa essere acquisito dai Corrado. La piazza sa che abbiamo dato tutto ogni singolo giorno per evitare la retrocessione".
Quest'anno è diventato così l'uomo tra le due città. Le piacerebbe rivedere un derby tra Livorno e Pisa?
"Sì, magari. Sarebbe bellissimo. E mi piacerebbe giocarlo, anche con tutte e due le società tornate ad alti livelli".
Per l'intervista si ringrazia la società Livorno Calcio, l'addetto stampa Giulia Bellaveglia e Daniele Cardelli.
Michele Bufalino
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