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Attualità martedì 04 marzo 2025 ore 12:30

​L’evoluzione dei semi, lo studio di Unipi

Una ricerca ha analizzato gli ultimi 150 milioni di anni, evidenziando il legame tra clima e strategie riproduttive delle piante.



PISA — L’Università di Pisa ha condotto uno studio innovativo sull’evoluzione dei semi delle piante negli ultimi 150 milioni di anni, mettendo in luce la stretta connessione tra i cambiamenti climatici e l’adattamento delle strategie riproduttive delle angiosperme, le piante a fiore più diffuse al mondo. La ricerca, pubblicata sulla rivista New Phytologist, è stata guidata dal professore Angelino Carta dell’Ateneo pisano in collaborazione con Filip Vandelook del Meise Botanic Garden in Belgio.

L’analisi ha coinvolto i semi di 900 specie appartenenti a tutte le famiglie di angiosperme, valutando la relazione tra la dimensione dell’embrione e le riserve nutritive. "Non sappiamo se i nuovi tipi di semi hanno favorito tale diversificazione oppure se i nuovi tipi di semi sono comparsi in conseguenza di essa. Certamente però, ed è la cosa più affascinante, l’innovazione evolutiva dei semi coincide con la comparsa dei principali modelli strutturali dei fiori contribuendo a spingere la biodiversità moderna verso cambiamenti epocali denominati Rivoluzione Terrestre delle Angiosperme”, ha spiegato Carta.

Lo studio ha evidenziato che, quando le temperature medie globali erano superiori ai 25°C, le piante tendevano ad avere semi con embrioni relativamente piccoli. Tuttavia, con il progressivo abbassamento delle temperature fino ai 15°C, l’evoluzione ha favorito semi con embrioni più grandi, che germinano più rapidamente, garantendo un vantaggio evolutivo in ambienti secchi o soggetti a variazioni imprevedibili. Questa evoluzione, però, non è stata lineare. "Semi con maggiori riserve nutritive e minori dimensioni dell’embrione mantengono il vantaggio di ritardare la germinazione e aumentare le possibilità di sopravvivenza, soprattutto in ambienti come le foreste e gli habitat umidi", ha aggiunto Carta.

Per ricostruire questa lunga storia evolutiva, il team di ricerca ha affrontato due sfide principali. “Questa ricerca è stata una sfida materiale e virtuale che non solo aiuta a comprendere il passato evolutivo delle piante a fiore, ma potrebbe anche fornire informazioni importanti su come risponderanno ai cambiamenti climatici futuri”, ha concluso Carta. "La sfida materiale è iniziata diversi anni fa, quando abbiamo iniziato, guidati da Filip Vandelook, ad assemblare il più grande dataset relativo alle caratteristiche dimensionali e strutturali dei semi, utilizzando sia materiale vivo sia valorizzando campioni conservati in erbari e banche semi. La sfida virtuale è stata gestire e analizzare questa mole di informazioni per ricostruire gli ultimi 150 milioni di anni di storia evolutiva dei semi attraverso sofisticati approcci analitici e le risorse del centro di calcolo dell’Ateneo pisano".


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